Occasione sprecata: poteva cambiare il mercato italiano ma questa moto fallì clamorosamente

Prodotta da una storica casa italiana all’alba degli anni novanta questa due ruote dall’aspetto futuristico ha osato troppo. Una legislazione sfavorevole e l’alto prezzo l’hanno condannata ad un prematuro addio al mercato: ecco le ragioni per cui è un vero peccato.

Per gli appassionati di motociclismo italiani la casa Moto Morini non può certo risultare sconosciuta dato che ha prodotto alcune delle motociclette più celebri e vendute sul nostro mercato inclusa la X-Cape 650 che l’ultimo anno è risultata addirittura una delle dieci due ruote più vendute del nostro paese.

Morini Canva 03/02/2023 NextMoto
La produzione è stata affidata al marchio Moto Morini (NextMoto)

L’ultima innovazione

La casa italiana Moto Morini fondata a Bologna nel 1937 è uno dei più grandi marchi italiani mai fondati ma da qualche anno, complice una crisi economica, è stata acquistata dal gruppo cinese Zhongeng Vehicles che ha decisamente cambiato rotta. Presto dovrebbero anche arrivare dei nuovi modelli ma oggi, non parleremo del futuro della casa.

Eccoci infatti a parlare del suo passato con un modello che avrebbe davvero potuto segnare una svolta tanto importante quanto necessaria nel modo di operare del marchio. L’ideazione di questa due ruote avvenne in un periodo in cui le legislazioni favorevoli spingevano il marchio a puntare una nuova clientela. Sfortunatamente, le cose non andarono come previsto.

Dart Web Source 03_02_2023 NextMoto
Sembra uscita da un film fantascientifico: è la Moto Morini Dart (NextMoto)

Espandere il mercato

Nel 1987 ben prima dell’ingresso dei cinesi nel gruppo italiano la Moto Morini venne acquisita da Castiglioni, gruppo tra l’altro proprietario all’epoca di Cagiva e Ducati, due importanti realtà che poteva segnare un deciso rilancio per la casa appena acquisita. Il primo passo per migliorare le vendite di Moto Morini sarebbe dovuto essere proprio quello di cui parleremo oggi.

Visivamente molto simile alla Cagiva Freccia presentata quell’anno la Moto Morini Dart nacque con un obiettivo: avvicinare i più giovani centauri al marchio. La motocicletta aveva a disposizione le migliori tecnologie del momento storico incluso un motore Lambertini rivisitato, componenti elettrici e meccanici di fabbricazione giapponese e naturalmente i fondi del nuovo gruppo investiti in modo massiccio nel progetto. Ma le cose non andarono come previsto.

Leggi che cambiano

Il piano della Moto Morini e del gruppo Castiglioni era molto semplice. La Dart avrebbe dovuto puntare al pubblico di diciottenni per cui all’epoca vigeva un limite di cilindrata di massimo 350cc così che questo tipo di motociclette erano molto popolari e ricercate. Quello stesso anno purtroppo per Morini però la legge cambiò, abolendo questo limite, rendendo quindi la fascia di pubblico a cui la due ruote puntava libera di cercare alternative più potenti.

Parata Web Source 03_02_2023 NextMoto
La linea della Moto Morini Dart la rende molto ambita dai collezionisti (NextMoto)

Il punto forte della Dart era sicuramente la linea che la rendeva molto futuristica per l’epoca e che piacque molto ai giapponesi che importarono una serie limitata di esemplari appositamente potenziati con motore da 400cc: ironia della sorte, furono proprio i giapponesi stessi ad infilare l’ultimo chiodo nella bara del modello. La sua principale rivale, la Yamaha RD350LC infatti risultava più agile, potente e meno costosa, rendendo le 6.783.000 Lire richieste per la Dart una spesa abbastanza azzardata.

Tecnicamente parlando, non c’era nulla di sbagliato nella Dart che vantava un motore V2 da 36 cavalli capace di spingere la due ruote pesante un quintale e mezzo ad oltre 164 chilometri orari. Purtroppo, le circostanze sfavorevoli e l’alto prezzo decretarono il fallimento della Dart che già nel 1990 uscì di produzione dopo appena 1.000 esemplari costruiti. Un vero peccato anche se questo rende naturalmente il modello richiestissimo dai collezionisti, al giorno d’oggi.

Impostazioni privacy