Lo scooter dimenticato dell’Aprilia: aveva caratteristiche uniche per l’epoca

Un modello Aprilia poco celebrato, eppure custode di dettagli che hanno cambiato la storia degli scooter europei. 

Negli anni a cavallo tra la fine degli Ottanta e il decennio successivo, le strade italiane erano terreno fertile per chi sapeva osare. Aprilia, forte di intuzioni maturate grazie allo sguardo attento di Ivano Beggio verso l’Estremo Oriente, riesce a intercettare una trasformazione in atto nel mondo delle due ruote leggere.

Aprilia scooter dimenticato
Aprilia lo scooter dimenticato – (subito.it) nextmoto.it

Era un periodo di Vespe inarrestabili, ma la curiosità e il desiderio di offrire qualcosa di nuovo portarono la casa di Noale a immaginare uno scooter fuori dagli schemi. Un progetto ispirato a tante idee importate dal Giappone, che si è poi tradotto in uno stile di mobilità inedito per l’Europa.

Un’idea che ha anticipato i tempi

L’Aprilia Amico 50 rompe il ghiaccio nel settore a inizio anni ’90 e si distingue con la scelta di adottare un telaio in tubi d’acciaio, insieme a una carrozzeria realizzata in plastica. Grazie a queste soluzioni, il peso a secco si mantiene sui 71kg, con benefici immediati nell’uso cittadino.

La ciclistica, più leggera e moderna degli standard dell’epoca, si combina a un motore due tempi Minarelli, raffreddato ad aria e con ammissione lamellare, alloggiato in posizione centrale per garantire equilibrio e dinamica inediti per gli scooter di allora.

Le dimensioni contenute sono rese ancora più pratiche dalla sella bassa e dalla piattaforma piatta, mentre la ruote da 10″ e i pneumatici larghi permettono di affrontare le strade cittadine con una agilità difficile da ritrovare su altri mezzi analoghi.

Il carattere dell’Amico svela la sua personalità nel quotidiano grazie a una serie di dettagli pensati per la praticità: il miscelatore separato semplifica il rifornimento, il doppio avviamento — sia elettrico che a pedale — elimina ogni incertezza alla partenza, mentre il cruscotto ospita perfino un orologio digitale.

Nel tempo, l’Amico viene declinato in varie versioni che mantengono sempre fede ai principi originari: semplicità, versatilità, stile. Cambiano solo dettagli estetici, accessori e colorazioni, mentre i modelli più celebri — dalla versione catalizzata LK, alla GL con cupolino e prese d’aria, fino alla Business e alla Sport — si alternano nelle vetrine senza mai stravolgere il progetto.

Nel 1996 arriva la FD, con qualche spigolosità in più nelle linee, ma il cuore del mezzo rimane lo stesso. Con l’arrivo del nuovo millennio, gli scooter cambiano pelle, puntano tutto su design aggressivo, motore orizzontale e raffreddamento a liquido. L’Amico 50 esce così di scena nel 2001, senza riuscire a competere coi nuovi arrivati.

Rimane però la sua eredità: quella di uno scooter che, senza inseguire mode, ha mostrato come funzionalità e personalità possano andare d’accordo. Un compagno fedele, dal carattere semplice e pratico, che ha segnato il passo per migliaia di ragazzi pronti a iniziare il viaggio sulle due ruote.

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