Scooter e moto: vendite in netto calo a Luglio

Concessionario moto
C’è poco da fare. La crisi del mercato delle due ruote è ormai diventata patologica. Smaltita l’euforia provocata dagli incentivi statali (reputati inadeguati alla domanda), i grandi colossi si sono ritrovati a fare i conti con un crollo verticale delle immatricolazioni. A tal proposito il primo semestre del 2010 ha offerto un quadro a dir poco allarmante, che è stato ulteriormente aggravato dal reportage sulle vendite relativo al mese di Luglio. Tale dossier, confezionato dall’Ancma (associazione dei produttori), ha confermato l’imperante stato di crisi del settore.

Nel mese di luglio, le immatricolazioni di veicoli a due ruote, hanno subito una consistente riduzione, per il sesto mese consecutivo, registrando un -31,1%. Solo 38.214 le vendite di veicoli maggiori di 50cc, con u calo che ha maggiormente interessato gli scooter: 27.559 unità, pari a -35%; mentre le moto con 10.655 pezzi segnano un -18,8%.
 
Nel dettaglio, gli andamenti per cilindrata mostrano una situazione meno negativa per gli scooter tra 300-500cc, che con 61.831 veicoli venduti (-10,4%) sono il segmento preferito dagli utenti. Il decremento è più sensibile per i 125cc, con 47.762 unità immatricolate (-33%), i 150-200cc con 34.148 pezzi (-28,9%) e i 250cc con 14.873 veicoli (-31,9%).
 
Fra le moto si segnala il successo delle maxi cilindrate da 800 a 1000cc con 18.214 immatricolazioni, pari a +1,7%, e si registra un aumento maggiore le oltre 1000cc che con 19.558 segnano un +10,9%. Tali volumi tuttavia non compensano le perdite delle cilindrate medie e piccole: 600cc con 8.105 unità (-40,1%), le 650-750cc con 16.668 (-28,8%) e le 125cc con 5.301 (-14,5%).
 
Il quadro poco edificante esternato dal predetto dossier ha ovviamente innescato la reazione di Corrado Capelli (presidente di confindustria Ancma) che ha commentato con disappunto lo stato di salute del mercato delle due ruote:
 
Sulla base degli ultimi dati prevediamo di chiudere l’anno con una diminuzione superiore al -20% che significherà un totale di circa 400.000 veicoli venduti, oltre 100.000 in meno rispetto al 2009. Questo comporta non solo un ridimensionamento del fatturato di circa 400 milioni di euro, ma anche un mancato introito di IVA pari a 80-90 milioni di euro. A nostro avviso si potevano utilizzare meglio queste risorse a sostegno del mercato. Se fossero stati disponibili tali fondi – ha proseguito Capelli – per gli incentivi avremmo potuto mantenere i volumi di vendita, come accaduto l’anno scorso, con effetti moltiplicatori su tutta la filiera produttiva e distributiva dell’intero settore “.

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