Era stato proprio lui stesso ad annunciare, a poche ore dalla caduta che è stata fatale al “Sic” (a proposito: in questi giorni Davide Brivio ha spiegato attraverso Twitter che il soprannome del giovane pilota ravennate deriva dall’abbreviazione delle sovrimpressioni, che quando Simoncelli esordì non avrebbe potuto essere “Sim” per la contemporanea presenza in griglia di Simon), l’intenzione di non partecipare al round di Valencia.
Poche ore più tardi, si era sparsa la notizia secondo la quale la squadra si sarebbe recata in Spagna, avrebbe allestito il box ed esposto la Honda numero 58 per ricordare Marco Simoncelli, ma senza far partecipare i piloti alle gare di MotoGP (Hiroshi Aoyama) e Moto2 (Michele Pirro e Yuki Takahashi).
“È stata una decisione difficile da prendere, ma abbiamo voluto seguire quella che sarebbe stata la volontà di Marco. Scendere in pista a Valencia è sicuramente il modo migliore per onorare quello che lui amava fare: correre e vivere in questo mondo. Pertanto credo sia la più significativa dimostrazione d’affetto che possiamo regalare a Marco insieme ai nostri team e con i nostri piloti”.