Erano i primi anni ’90 e, come succede a molti genitori, anche il padre di Stoner fu tra quelli che scaricano le proprie frustrazioni su un figlio, sperando che sappia arrivare dove loro hanno fallito. Casey Stoner ha sofferto, è caduto (vi ricordate la leggenda di “Rolling Stoner”, quando correva in Honda nel 2006?), si è rialzato e ha vinto un titolo con Ducati nel 2007, salvo finire alla sbarra perché “non è lui ad essere forte, ma la moto che è eccezionale”.
Poi è caduto di nuovo, nella polvere di un triennio con Ducati dove hanno cominciato a palesarsi i fantasmi della pressione (enorme, psicologica) esercitata su di lui dal ben più esperto Valentino Rossi: c’è stato addirittura un periodo durante il quale il “koala” numero 27 si rifiutava di salire in moto, e quando lo faceva veniva colto da dolori allo stomaco (il classico “magone”) tali da costringerlo a prendersi una vacanza.
Oggi è andato tutto benissimo – ha dichiarato ai cronisti – ma diventare padre sarà l’unica cosa in cui potrò essere migliore rispetto a quanto fatto oggi. È una nuova sfida e sarà bellissima
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