Motociclisti, che ‘dolore’ questo video: non è così che si guida una Hayabusa, tutti increduli

Vi sono moto che andrebbero trattate con dei guanti bianchi. Sempre più spesso, invece, ci ritroviamo a raccontarvi di squattrinati youtuber che cercano notorietà nei peggiori dei modi.

Sul web, ogni giorno, spopolano filmati di ragazzi giovani che pur di strappare qualche manciata di view e follower si consentono il lusso di fare a pezzi degli autentici capolavori. Per fortuna siamo certi che anche tra i nostri lettori ci siano tanti cultori delle due ruote che saprebbero come coccolare una Hayabusa. Una moto leggendaria che fece capolino sul mercato nel 1999.

Motociclisti, che 'dolore' questo video
Novità Suzuki (Ansa) nextmoto.it

Sembra passata una vita da quell’epoca d’oro dei motori. La Suzuki era un punto di riferimento assoluto e sfruttando il know-how acquisito in pista decisero di lanciare una delle moto più performanti di sempre. Una scheggia che poteva raggiungere velocità mai concepite prima. Sul tachimetro il limite dei 350 km/h dava la fotografia di quella che sarebbe passata alla storia come una delle moto stradali più veloci mai costruita nella storia.

Il nome Hayabusa rappresenta il falco pellegrino, l’animale più rapido al mondo. Non solo non sarebbe potuto essere scelto nome più calzante, ma a rendere ancor più impressionati i picchi di velocità della Hayabusa erano le modifiche fatte dai proprietari. Bastava poco per spingere la Suzuki di molto oltre i 300 km/h, arrivando a top speed che ai tempi si potevano immaginare solo nelle massime categorie del motociclismo. Secondo le testimonianze degli audaci protagonisti la top speed era di 312 km/h.

Dato che in tanti iniziarono a sbloccare il limitatore, nacquero numerose polemiche sull’effettiva velocità che poteva raggiungere il mezzo. A quel punto i tecnici giapponesi furono obbligati a porre un freno, stabilendo che i rider non avrebbero potuto superare i 299 chilometri all’ora. Parliamo, comunque, di una velocità sconvolgente per una moto stradale. Il motore 4 cilindri da 1.340 cc era incastonato in un capolavoro di aerodinamica. Il design massiccio la rese subito una moto cult.

Suzuki, lo scempio sull’Hell’s Gate

Per un cultore delle moto stradali quello che ha combinato lo youtuber Matt Spears sull’omonimo canale ha dell’incredibile. Il rider è un esperto di hill climb e in sella ad una Honda Gold Wing ha fatto godere in tanti, ma qui l’ha combinata grossa. Ha preso una Hayabusa e gli ha montato gomme tassellate, bull bar e modifiche varie per spingerla al limite sull’Hell’s Gate. Ha messo alla frusta una moto concepita per la pista su un terreno impervio.

La storia della Hayabusa
Il lancio della Suzuki Hayabusa (Ansa) nextmoto.it

L’obiettivo? Divertirsi facendo scandalo. La potente moto giapponese non è adatta al contesto roccioso, pesando, tra l’altro, oltre 250 kg. Non solo è insensato l’esperimento, ma anche piuttosto rischioso. Sarebbe come portare una Ferrari F40 a fare i salti sulle montagne. Di sicuro il protagonista avrà provato sensazioni forti, come risulta evidente dal suo atteggiamento compiaciuto, ma ha fatto a pezzi una leggenda per un video che già domani mattina risulterà vecchio.

Dietro ad una Hayabusa c’è il lavoro di tecnici di altissimo profilo. Guardate l’ultimo gioiello sfornato dal brand. Gli appassionati avranno un colpo al cuore quando vedranno la Suzuki sui grossi massi. Vi lasciamo alle immagini del video. Preparatevi a soffrire!

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