Nuovo V2 da 890 cm³, meno peso, più compattezza: la DesertX cambia volto e mira in alto, Dakar compresa, senza perdere sostanza.
Ducati si muove: la nuova piattaforma V2 da 890 cm³, già introdotta su Streetfighter, Panigale e Multistrada e in arrivo sul Monster, è pronta a sbarcare anche sulla DesertX, la crossover più votata all’offroad di Borgo Panigale. Un documento VIN “confidenziale” depositato presso la NHTSA statunitense anticipa sigle aggiornate per Monster e DesertX, segnale che i codici motore storici stanno lasciando spazio ai nuovi propulsori.

Sarà un addio progressivo al Testastretta 11° da 937 cm³, sostituito dal V2 890, con vantaggi in termini di ingombri e chili, due variabili chiave quando l’obiettivo è tenere il ritmo sullo sterrato senza rinunciare alla precisione su asfalto. Il passaggio, ormai, appare inevitabile: a Borgo Panigale hanno un’architettura più leggera e compatta, già affinata su modelli esigenti, e la DesertX è il terreno giusto per spingerla oltre. Nell’attesa, circolano ricostruzioni digitali che provano a immaginare la prossima evoluzione stilistica della adventure bolognese.
Desert X Ducati: nuovo motore e design
Il cuore cambia e con lui l’equilibrio generale: il V2 890 promette un alleggerimento complessivo e una migliore distribuzione dei pesi, condizioni che rendono la guida più naturale, soprattutto quando il fondo si fa mosso e le correzioni devono essere immediate.

L’unità di Borgo Panigale ha già mostrato duttilità nelle declinazioni attuali; sulla DesertX, con la giusta calibrazione, può portare un’erogazione più piena, consumi più contenuti e un feeling più omogeneo, senza snaturare il carattere avventuroso del modello. C’è poi il tema elettronica: sui modelli che già adottano l’890 il pacchetto è più raffinato, segno che anche la gestione dei controlli di trazione, dei power mode e dell’intervento sul gas potrebbe fare un passo in avanti concreto.
Capitolo ciclistica: oggi la DesertX è costruita attorno a un traliccio in acciaio, sospensioni a lunga escursione e ruote 21”/18”, uno schema che definisce la sua natura e che, nelle intenzioni, verrebbe più affinato che stravolto. Lo scopo è preservare la vocazione adventure e, insieme, ampliare la versatilità su strada. Un lavoro di fino, quindi, che gioca sulla sinergia tra il nuovo motore compatto e un assetto rivisto nei dettagli, per allargare il perimetro d’uso senza compromettere la confidenza in fuoristrada.
L’attuale frontale con doppio faro tondo e linee spigolose potrebbe lasciare spazio a un’interpretazione aggiornata. Non si parla di rottura, ma di un’evoluzione che rafforzi identità e funzionalità, dal disegno dei gruppi ottici alle superfici che convogliano i flussi d’aria.La prossima DesertX nascerà intorno al nuovo 890 con un’impronta più essenziale, più cattiva dove serve, e più efficiente quando la strada si allunga verso l’orizzonte. Ci vediamo nel 2026.