Motogp: Melandri è sempre più disperato

Marco Melandri è ad oggi uno dei piloti più in difficoltà del roster motogp 2010. Il romagnolo infatti ha letteralmente sfigurato nel corso dei test in Qatar. Nel day 1 purtroppo ha realizzato un anonimo dodicesimo tempo, mentre nella giornata successiva (pur migliorando il personal best) è giunto quattordicesimo. Queste prestazioni hanno ovviamente deluso i fans del pilota ventisettenne, desiderosi di rivedere il “Macio” competitivo di qualche anno fa. Tuttavia è palese che le responsabilità di questo inizio in sordina non siano addebitabili al rider, bensì al due ruote.

Ciò però non è servito a tirar su Melandri, che è sempre più in crisi per le scialbe prestazioni della Honda Motogp 2010. Il ragazzo nello specifico non riesce a capicitarsi del fatto che la nuova Honda Rc212V sia più lenta della versione precedente.
 
Questo magone peraltro è emerso chiaramente nel sito ufficiale del buon Marco, laddove il rider stesso si è lasciato ad andare ad un lungo sfogo. Ecco nello specifico parte di quanto dichiarato: “Disperato…Sì, è quello che realmente sono al momento. Solo 3 ore di prove prima della partenza del primo gp e io e la mia squadra siamo messi molto, molto male. La nuova avventura con la Honda era iniziata molto bene, dopo appena un giorno e mezzo ero stato un secondo più veloce che con la Kawasaki. Con la Honda 2010 e dopo 6 giorni sono stato ben 2 decimi più lento che al primo gp con la Kawasaki!
 
Il problema principale è che non si capisce dove sia il problema, proviamo distribuzione dei pesi estremizzando sull’anteriore e poi sul posteriore per poi tornare centrali senza avere la benchè minima reazione della moto e il tempo è sempre lo stesso al decimo, quindi è davvero difficile capire i punti positivi e o negativi.
 
A parte questo l’ex pilota della verdona giapponese ha anche palesato l’esistenza di ulteriori difficoltà di natura tecnica: “Non abbiamo reazioni nemmeno dalle sospensioni, passiamo da molle durissime a medie e a morbidissime, ma io non sento differenze, i dati mostrano che da molle dure a morbide le sospensioni lavorano esattamente allo stesso modo, questo non mi era mai successo prima!”.

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