Ritorno leggendario tra le moto: annuncio ufficiale, tutti in delirio

Un nome antico che torna a far parlare di sé, ma non è la solita operazione nostalgia. Più che un ritorno è la nascita di una nuova leggenda.

Di divertissement nostalgici il mondo delle moto ne ha visti negli ultimi tempi anche troppi. Sì, sono piacevoli e divertenti ma per smuovere l’emozione vera degli appassionati occorre qualcosa di più di un giocattolo da garage. Occorre una storia, un progetto, un’idea di futuro, ed è proprio quello che sta succedendo oggi intorno a un marchio che pochi sono abituati ad associare alle due ruote: Skoda.

Torna la leggenda
Nasce una leggenda – nextmoto.it

La storia di Škoda, in fondo, non inizia con le auto. Prima ancora che il marchio diventasse quello che conosciamo oggi, c’erano due ruote, pedali e un motore piccolo. Diamo a fine ottocento e il marchio si chiama Laurin & Klement,  produce biciclette che poi diventeranno la Slavia B: in modello che oggi rispunta fuori in una veste che nessuno avrebbe potuto immaginare.

Un ritorno che è già leggenda

Non si tratta di un ritorno sulle strade, almeno non ancora; si parla di un concept, di un’idea che prende forma grazie alla matita di Romain Bucaille, designer francese che di solito lavora sulle carrozzerie delle auto Škoda. Stavolta, invece, si è lasciato guidare dalla passione per le moto.

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La Slavia B (Skoda storyboard) – nextmoto.it

Il risultato è una café racer che sembra arrivare da un altro tempo. Le linee sono pulite, la posizione di guida invita a chinarsi sul manubrio. L’occhio cade subito su un dettaglio strano: dove ci si aspetterebbe il motore, c’è solo uno spazio vuoto.

Il pensiero va subito all’elettrico, anche se il richiamo al passato è evidente perché sotto il serbatoio si trova un piccolo borsello in cuoio e la sella sembra sospesa sopra la ruota posteriore, anche lei in cuoio. È un mix di elementi che tiene insieme due epoche diverse senza forzature.

La Slavia B originale era una bicicletta con un motore appeso di 240 cc con raffreddamento ad aria e una esuberante potenza di 1,75 cavalli. Non c’era il cambio e la trasmissione era affidata a una cinghia; i pedali servivano sia per partire sia per aiutare il motore.

Dal 1899 al 1904 ne sono uscite 540. Numeri piccoli, certo, ma sufficienti a lasciare una traccia. C’è anche una storia che vale la pena raccontare: nel 1901, durante la Parigi-Berlino, la Slavia B guidata da Narcis Podsedníček fu l’unica a tagliare il traguardo. Dieci moto al via, una sola all’arrivo. Non è poco.

Il concept di oggi nasce su carta. Bucaille racconta che disegnare su carta ha un fascino tutto suo, permette di buttare giù idee ovunque ci si trovi e guardando questa nuova Skoda a due ruote si capisce bene come l’analogico sia ancora una tecnologia non facile da superare, se si parla di emozioni.

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