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Motogp: Stoner sulle orme di Doohan


Dopo un quadriennio in Ducati, Stoner si è proiettato in una nuova ed interessante sfida. L’australiano, come ben sappiamo, si è accomodato sulla “scottante” sellla della Honda. Una scelta condivisibile e sicuramente ambiziosa. Starà a Casey, dopo diversi anni di digiuno, riportare l’iride nella sede di Tokio. Oltre ciò l’aussie avrà un ulteriore compito. Far si che il binomio Australia-Honda sia di nuovo vincente, a distanza di tredici anni dal trionfo nella classe 500 dell’indimenticato Mick Doohan. Proprio quel Doohan che per Casey è un autentico modello, oltre che fonte d’ispirazione.

Volevo venire a correre in HRC – ha detto l’australiano – perché ho sempre guardato con ammirazione alle imprese di Mick Doohan. Non lo dico perché è un mio connazionale, ma perchè non ha mollato mai, nemmeno dopo il terribile incidente dal quale si riprese. Uno stile di vita che ho sempre cercato di seguire. Con lui ho parlato lo scorso anno a Phillip Island, della mia scelta di passare alla Honda“.
 
Certo, la scelta di lasciare la Ducati non è stata una passeggiata per il pilota venticinquenne. “Lì ho avuto il privilegio di lavorare con il creatore della moto che guidavo. La mia è stata una scelta difficile perché con i ragazzi della Ducati si è creato un bel rapporto di amicizia. Infatti quelli che mi hanno assistito alla Ducati nel box sono venuti con me in questa nuova avventura. Per quanto riguarda la moto, tutto è diverso. La Desmosedici è difficile, quando dai gas vibra e si muove, ma è una sua prerogativa. Se non ti spaventi, poi capisci che funziona tutto. La Honda è più morbida. Mi trovo a mio agio perchè riesco a guidare in modo efficace. Certo che non è la moto perfetta, dobbiamo lavorare per migliorare ancora qualcosa“.