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MotoGP e Superbike: dal matrimonio alla vita di coppia…

Quello tra Superbike e MotoGP è stato un amore d’interesse, nel nome dell’abbattimento dei costi e della contemporanea ricerca di soluzioni inedite chiamate ad attrarre sempre più gli appassionati, e perciò ingolosire gli sponsor. Al momento siamo fermi ai si dice, ma qualche caposaldo come punto di partenza già lo possiamo individuare.

In particolare, il proprietario: sarà unico, e avrà il nome del “trust” Bridgepoint; proprio perché a comandare sarà uno solo, non avrà senso pensare che le due realtà non debbano fondersi o quantomeno cominciare ad avvicinarsi, sempre nel nome – come dicevamo in apertura – di una riduzione dei costi che però deve anche essere il meno possibile indigesta a tifosi propensi (sicuramente fino a ieri, ma chissà cosa accadrà domani) piuttosto a guardarsi di traverso che non a sentirsi accomunati da un’identica passione, quella per le moto, sebbene declinata in due maniere diverse.

 

Secondo indiscrezioni, che per il momento sono solo tali e non hanno alcun carattere di ufficialità, a scontare la rivoluzione più significativa sarà la Superbike, che dovrebbe tornare allo spirito dei pionieri e dunque a moto molto più simili a quelle che si possono trovare nei concessionari. Si torna, insomma, alle famose “derivate di strada”, ora un po’ troppo derivate per potersi dire anche alla portata di tutti.

 

MotoGP dovrebbe invece rimanere la vetrina principale, tanto che addirittura qualcuno ha cominciato ad ipotizzare una fusione dei due calendari con fine settimana molto intensi per via dello svolgimento delle gare di tutte le categorie, al grido di “paghi uno e prendi due”: chi dovesse andare al circuito ad assistere ad una gara delle GP, si troverebbe anche coinvolto nello show delle moto da strada; è così che si conta di rilanciare il mercato e dunque attrarre quegli investimenti che pian piano (anzi: ora, per via della crisi, sempre più rapidamente) hanno impoverito la griglia di partenza.