Nella discussione sull’uso dell’intelligenza artificiale applicata alla vita di sempre piomba anche il mondo delle moto: ecco il primo esempio
Il dibattito è aperto da tempo in tutti i campi, quelli della mobilità non fa differenza. Quanto ci dovremo abituare ad essere assistiti dall’intelligenza artificiale. E soprattutto quello che funziona già bene per le auto sarà applicabile anche alle moto? 
Una prima risposta era arrivata qualche mese fa da chi in qudesto campo ha investiti da tempo soldi ed energie. Perché Tesla lo fa con le sue auto ed Elon Musk è uno degli azionisti principali di OpenAI, al centro dell’attenzione anche per la sua ricerca su ChatGPT. Al momento siamo già molto oltre la fase della sola sperimentazione, ma pareva che il magnate sudafricano volesse concentrare forze e risorse solo sul mondo dell’auto.
Invece all’inizio di quest’anno è nata Concept Cyberbike, partorita sempre negli stabilimenti Tesla da un ingegnere… artificiale. Sarang Sheth, un famoso designer, ha provato a disegnare grazie alla macchina una serie di moto che prendono spunto dal Cybertruck di Tesla.
Diciamo che il risultato non è affine a quello che vediamo circolare normalmente sulle nostre strade, ma si avvicina. La mente artificiale ha dimostrato anche in questo caso grande rigore, oltre che fantasia, nonostante ci siano delle proporzioni ancora da rispettare. E forse ha dato anche un’idea a chi in Tesla, ma non solo, tutti i giorni lavora su questi progetti che rivoluzioneranno la nostra vita.
Moto, rivoluzione storica: tutto parte da un’azienda italiana che si rilancia
Al momento però c’è chi sta utilizzando in concreto l’intelligenza artificiale per progettare le sue moto. O meglio, un settore importante della guida legato alla sicurezza, di sé e degli altri, che è tema sempre più di stretta attualità.
Stiamo parlando di Isothermos, azienda nostrana che soprattutto negli anni ’60 e ’70 ha fatto concorrenza in Italia agli scooter come Vespa. Un nome che era finito nel dimenticatoio e invece è stato recuperato dall’intervento di Ferruccio Lamborghini un paio di anni fa.
L’idea fin dalla ripartenza è stata quella di puntare su prodotti innovativi, scooter capaci di dare al pubblico quello che fino ad oggi non era mai ancora statoi provato e visto. Così il primo passo importante è stato quello di puntare sulla guida assistita anche per le due ruote. 
L’idea è quella di copiare il meglio della ricerca automobilistica, puntando sulla Guida Autonoma di Livello 2, quella che già assiste molti modelli di vetture sul mercato. Lì si chiamano ADAS, sulle moto invece diventeranno ARAS, sigla che sta per Advanced Rider Assistance System. Un sistema che abbiamo visto sul Piaggio MP3 2022 e che tornerà anche sui novo modello di Iso, come si chiama oggi.
Come funzionano gli ARAS sulle moto? Ce lo spiega in concreto lo scooter Iso Uno-X
Per riuscire nel suo progetto, l’azienda si è appoggiata all’orientale Giken Mobility e dalla teoria sta anche passando alla pratica. Sono stati sviluppati modelli di scooter dotati di telecamera anteriore e posteriore che aiutano a riprodurre l’ambiente intorno al guidatore e monitorare il traffico.
A comandarli sarà un processore dotato di intelligenza artificiale che manderà avvisi sugli specchietti retrovisori e sul display centrale. Secondo quello che ha fatto sapere l’azienda, già ora sarà possibile monitorare l’angolo cieco, anticipare eventuali collisioni e mantenere la giusta distanza di sicurezza. 
Il sistema è stato provato sullo scooter Iso Uno-X, il primo che dovrebbe arrivare sul mercato con questa nuova tecnologia. Perché come ha spiegato Sydney Yeung. CEO di Giken Mobility, chi guida oggi una moto o uno scooter non chiede solo mezzi dotati di comfort ma punta alla massima sicurezza mentre viaggia: “Iso sarà una delle prime aziende a offrire veicoli completi di ARAS di nuova generazione”. Il futuro quindi è adesso.
