L’asta per l’acquisizione di 
Moto Morini, svoltasi il 13 aprile presso il 
Tribunale di Bologna, è andata completamente deserta, cosa che di fatto lascia ancora le sorti dello storico costruttore di 
Casalecchio di Reno e dei suoi lavoratori nell’incertezza più totale, anche se qualche speranza ancora rimane. 
 Pare infatti che ben tre gruppi attivi nel settore dei 
motori, uno dei quali italiano, avessero espresso interesse per l’
affare e non abbiano poi preso parte all’
asta programmata in aprile per il fatto di non essere riusciti a convincere le banche ad accordare loro la liquidità necessaria per l’operazione.  
L’obiettivo rimane quello di trovare un gruppo che rilevi sia l’
azienda che lo 
stabilimento e che possa rilanciare il prestigioso 
marchio e riassumere almeno una parte dei lavoratori, il cui stipendio è stato per ora garantito dalla 
vendita delle moto in magazzino, il cui ricavato dovrebbe consentire anche di pagare TFR e contributi INPS alla manodopera stessa.  
L’auspicio è naturalmente che, già a partire dalla prossima asta, si facciano avanti i tre 
gruppi suddetti e gli altri 
investitori che, dal giorno della notizia dell’asta, hanno mostrato di essere interessati alla faccenda sperando che le possibili trattative non facciano poi 
la fine di quelle mai concluse con Garelli.  
Intanto dal 
fallimento però è passato quasi un anno e ogni giorno in più rischia davvero di portare Moto Morini verso un baratro che significherebbe la fine di un marchio che ha fatto la storia del 
motociclismo italiano, fatto che si può ancora evitare a patto però che arrivi una soluzione adeguata in tempi ragionevoli.