Lutto nei motori: il pilota muore dopo un grave incidente

Era una grande personalità della moto, già sopravvissuto ad un gravissimo impatto. Ora ci ha lasciati per sempre.

Un uomo che ha fatto delle moto la sua vita, un’officina, una passione che non si è mai spenta; la sera del 31 maggio, sulle strade di Castelletto Stura, tutto si è fermato. Davide Ansaldi, 47 anni, era conosciuto da chi frequenta l’ambiente delle corse su strada.

Lutto Motori
Lutto nei motori – nextmoto.it

Era famoso, non solo per il mestiere ma per il modo in cui affrontava ogni curva, ogni giornata, anche dopo che la sorte gli aveva già presentato un conto salato; nel 2003, un incidente gli aveva portato via una gamba, eppure non aveva mai pensato di smettere, anzi, era tornato a gareggiare, aveva corso ovunque, anche sull’Isola di Man, e chi lo incontrava in pista sapeva che con lui non era mai una corsa banale.

Una tragedia inaspettata, una morte ingiusta

La notizia è arrivata come un colpo secco, di quelli che non ti aspetti, anche se le moto, lo sappiamo, non perdonano.

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Ansaldi aveva corso anche all’Isola di Man – nextmoto.it

La dinamica è ancora al vaglio dei carabinieri, i soccorsi sono arrivati subito, due ambulanze, vigili del fuoco da Cuneo e Morozzo, ma per Ansaldi non c’è stato nulla da fare, la collisione con una vettura guidata da un giovane, rimasto illeso, è stata troppo violenta, la sua moto si è fermata all’incrocio per Montanera, sulla Provinciale 3, e lì si è chiusa una storia che per molti era un esempio di tenacia.

Ansaldi non era uno qualunque, lo sapeva chi portava la moto nella sua officina, lo sapevano quelli che con lui avevano condiviso la linea di partenza, perché non era solo il meccanico o il pilota, era uno che aveva scelto di non arrendersi mai, anche quando tutto sembrava andare storto.

La perdita della gamba, invece di fermarlo, lo aveva spinto a cercare nuove sfide, a tornare in sella, a dimostrare che la passione può essere più forte di tutto, anche del dolore, anche della paura.

In paese lo ricordano per il suo carattere diretto, per la voglia di fare, per la capacità di trovare sempre una soluzione, anche davanti ai problemi più complicati, e nel mondo delle corse il suo nome era diventato sinonimo di determinazione; non era raro vederlo lavorare sulle moto fino a tardi, oppure discutere di motori con chiunque avesse voglia di ascoltare, senza mai tirarsi indietro, senza mai fare il fenomeno.

Ora resta il vuoto, resta il silenzio di una strada di campagna, resta il ricordo di un uomo che sulle due ruote aveva trovato la sua strada, anche quando la strada si era fatta difficile, anche quando il destino aveva provato a metterlo fuori gioco; la comunità dei motociclisti lo saluta così, con rispetto, sapendo che certi esempi non si dimenticano, nemmeno quando il motore si spegne per sempre.

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