Alcune moto hanno il look di una bici, ma sono comunque dei modelli che sono entrati nel mito.
Le motociclette sono una delle grandi passioni degli italiani, ma non ci si deve dimenticare nemmeno il rapporto che vi è con le biciclette. Siamo pur sempre la terra di una delle più grandi gare del mondo come il Giro d’Italia o la Milano-Sanremo, solo per citarne una, per questo motivo cercare di unire i due stili spesso può essere un grande vantaggio per tutti.

In passato poi si è sempre cercato di dare vita a delle vetture che fossero in grado di garantire anche dei prezzi contenuti per i clienti, il che avrebbe garantito ottimi risultati sul mercato. Lo si vede perfettamente con il caso del mitico Ciao, ma non è stato l’unico che ha mostrato ai clienti uno stile a metà tra bici e moto.
Chi ci ha provato in passato sono anche i progettisti dei leggendari Mosquito, dei particolari ciclomotori che presentano trasmissioni a rullo e che sono spinti da dei piccoli propulsori. Una delle soluzioni più interessanti da questo punto di vista sono le versioni che ha progettato Pietro Giacomo Zanetti, con questi che si è divertito nel dare forma a dei gioielli di rara bellezza.
PiGiZeta: i mosquito indimenticabili
La produzione di Zanetti dei suoi Mosquito fu molto particolare, visto che erano ben diversi rispetto ai veicoli da diporto. Il suo intento era infatti quello di trasformarli in modo tale da poterle far divenire delle custom uniche nel proprio genere, con questi modelli che prendevano il nome di PiGiZeta, ovvero le iniziali del suo produttore.

Sono diversi i modelli progettati, partendo per esempio dalla PiGiZeta Giallo, con questa che si basava sull’utilizzo del telaio Verlicchi, ma era interessante anche notare la presenza delle sospensioni, poco usate nel settore dei Mosquito. Interessante anche la scelta dei PiGiZeta Verde, con questo che montava un telaio Velomosquito 511 e di fatto era un vero e proprio motorino sportivo da anni ’50.
Interessante anche la scelta legata alla PiGiZeta Bianco, con il suo stile che si rifaceva invece alle moto sottocanna. A chiudere il tutto c’era la versione “sportiva”, visto come la PiGiZeta Rosso arrivava a toccare una media di 30 km/h, conquistando il record mondiale a Bonneville per la categoria, con i dettagli che erano talmente curati da renderla una versione di lusso.