L’azienda italiana di moto è fallita: ora spunta una speranza con nuovi investitori

Un marchio simbolo crolla, ma un’offerta dall’Asia promette di rimettere in moto produzione e posti di lavoro. Una speranza per chi lavora.

Nei garage degli appassionati il nome dice ancora molto: una piccola fabbrica emiliana che ha scelto la via difficile, puntando su moto elettriche vere, non scooter cittadini. Ha inseguito prestazioni, design pulito, tecnologia proprietaria. Poi sono arrivati i conti, sempre più pesanti, fino allo stop.

Fallisce marchio italiano
Fallisce marchio italiano

Adesso, però, qualcosa si muove. Un gruppo di investitori con base a Singapore ha messo sul tavolo un deposito importante per rilevare gli asset e provare a riaccendere le linee prima di fine anno. La notizia non è da poco, perché il progetto non parla di spezzatini o smembramenti: l’idea è ripartire con le stesse persone che quelle moto le hanno pensate e costruite. Tempi stretti, obiettivo chiaro, messaggio diretto alla community che in questi anni non ha smesso di crederci.

Nuovi investitori per salvare il marchio

Nata nel 2014 a Modena, l’azienda si è guadagnata presto l’etichetta di Tesla europea delle due ruote per una scelta di campo netta: sportive e naked ad alte prestazioni, con motori fino a 150 CV e autonomie nell’ordine dei 200 km, quando il resto del mercato elettrico inseguiva mezzi leggeri e poco potenti.

Fallisce marchio italiano
Nuovi investitori per salvare il marchio (Energica) nextmoto.it

Nel 2023 è arrivata anche la prima adventure-trail a batteria: la Experia, 102 CV, pacco da 22,5 kWh e fino a 256 km nel ciclo combinato, pensata per chi macina chilometri senza rinunciare al comfort.

Il picco di visibilità è stato nel 2021, quando Dorna ha scelto le sue moto per inaugurare il Mondiale MotoE: la EGO ha fatto da spina dorsale al campionato fino al 2023, poi il passaggio di testimone a Ducati con la V21L ha chiuso la parentesi. Sul fronte economico, però, i numeri non hanno mai girato davvero. Nemmeno l’ingresso del fondo americano Ideanomics, che nel 2021 aveva rilevato il 72%, è riuscito a riportare i conti in attivo dopo anni senza utili.

La frattura definitiva è del ottobre 2024: dichiarazione di bancarotta e avvio della liquidazione giudiziale, con beni valorizzati in 5,7 milioni di euro. Nel perimetro figurano moto a magazzino, batterie e componenti, software, brevetti e segreti industriali; fuori restano gli immobili, in affitto. Da allora, silenzio. Fino a questi giorni.

Nel comunicato ufficiale, l’azienda conferma un’offerta da investitori con sede a Singapore e un deposito “significativo” già versato nell’ambito della procedura. Il tono è netto: l’obiettivo è ridare vita al marchio, riavviare la produzione entro la fine dell’anno e rimettere al volante lo stesso team che ha costruito il know-how.

Se l’intesa tra tribunale e investitori andrà a segno, la rinascita avverrà con le maestranze originarie, un segnale forte per Modena e per l’intero comparto europeo delle elettriche a due ruote. Per ora, niente trionfalismi: piani industriali e capitali veri diranno se la seconda vita potrà davvero partire. Ma, per la prima volta dopo mesi, una porta si riapre.

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