La storia incredibile di una Vespa: 22 anni di lotte burocratiche per circolare

Vi sono storie legate ai motori che meritano di essere raccontate. Si tratta di un racconto che mette in luce l’assurda burocrazia italiana.

Chi vuole una Vespa la ottiene, si potrebbe racchiudere in questo concetto l’incredibile disavventura di un uomo che comprò da uno sfasciacarrozze lo scooter Piaggio giovanissimo. Poi ha dovuto sudare tantissimo per avere la meglio su una burocrazia che gli ha messo i bastoni tra le ruote. A 17 un ragazzo, chiamato Marco Lombardo, trovò a Milano una Vespa da un demolitore.

La storia incredibile di una Vespa: 22 anni di lotte burocratiche per circolare
Vespa (AdobeStock) – NextMoto.it

La sua passione per le moto nacque così, grazie ad una Vespa 125 del 1954 VM2T, abbandonata da anni sotto le intemperie. Marco, intanto, si laureò e divenne un importante fisico nucleare, creando le prime stecche e puntali in carbonio con risultati straordinari. Ben prima di affermarsi con le stecche Nuclear l’amante dei motori portò a casa lo scooter per una cifra di 20mila lire. Si trattava di un rottame.

Marco Lombardo la spinse per chilometri, dato che non aveva carburatore, targa o documenti. A quel punto iniziò a pulire il mezzo e vedere se funzionava. La Vespa si mise in moto ma aveva due problemi: occorreva dare una sistemata sul lato meccanico e poi fare tutti i documenti per la circolazione. Comprò un carburatore originale e dopo una revisione la Vespa tornò a viaggiare senza problemi.

La burocrazia infinita italiana per la circolazione di una Vespa

Dal vecchio bollo il protagonista di questa vicenda prese il nominativo del vecchio proprietario. Riuscì a risalire al vecchio numero di targa. La targa era di Firenze e, con una visura al PRA, scoprì che il vecchio proprietario era scomparso qualche anno prima. Tra la fine anni ’70 e primi anni ’90 era molto complicato trovare ricambi per quel modello di Vespa, ma l’uomo non si perse d’animo nemmeno lato burocrazia. Oggi in Cina continua ad imitare lo stile Piaggio.

La burocrazia infinita italiana per la circolazione di una Vespa
Vespa, storia assurda (Adobe) Nextmoto.it

Dopo essermi recato in Prefettura riuscii a sapere che numero di targa, numero di telaio e numero di motore erano abbinati e che non risultava nessuna denuncia. Un sollievo. Ma c’è un ma: tutta la documentazione non esisteva più perché era distrutta durante l’alluvione. Tornai a casa sconsolato. Un po’ di tempo dopo – siamo ormai alla metà degli anni ’90, ebbi l’idea di tentare una nuova immatricolazione facendo un nuovo collaudo così avrei avuto targa e libretto a me intestati. Mi procurai tutta la documentazione tecnica necessaria, grazie anche alla collaborazione della Piaggio, e andai a parlare alla Motorizzazione Civile di Milano”, ha dichiarato Marco Lombardo a Moto.it.

Nel 1999, dopo 22 anni, gli arrivò una raccomandata dal ministero dei Trasporti che spiegava che avversa la decisione della Motorizzazione Civile di Milano, il mezzo è ammesso al collaudo, previa verifica dell’esistenza del cavalletto e delle frecce. Dopo lotte burocratiche, test e tante peripezie la Vespa divenne finalmente sua.

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