Un ritorno di scena inaspettato per uno dei nomi più iconici delle due ruote italiane. Ma cosa si cela davvero dietro la recente svolta societaria?
L’atmosfera era carica di tensione: il futuro di un colosso delle moto sembrava appeso a un filo, con la partnership austriaca ormai agli sgoccioli e il rischio di un nuovo crack dietro l’angolo. Eppure, la storia ha preso una piega che nessuno si aspettava, con un colpo di scena che ha ribaltato le previsioni e rimesso il marchio sulla mappa delle eccellenze italiane.

Gli ultimi mesi sono stati un susseguirsi di decisioni cruciali, incontri riservati e strategie che hanno portato a una svolta tanto attesa quanto sorprendente. Il titolo parla chiaro: chi si aspettava un declino, oggi deve ricredersi. Ma per scoprire davvero cosa è successo, bisogna andare oltre le apparenze.
MV Agusta dopo la cessione rilancia
La casa varesina ha voltato pagina: la proprietà è tornata interamente nelle mani della famiglia Sardarov, attraverso la holding Art of Mobility. Dopo due anni di collaborazione con KTM, la separazione è stata ufficializzata, segnando la fine di un’alleanza che, seppur breve, aveva portato benefici concreti soprattutto nella rete vendita e nei processi produttivi. Alcune attività restano condivise fino a fine anno per garantire una transizione senza scossoni, ma la direzione è chiara: MV Agusta ora fa da sé.

Nonostante il clima incerto che ha accompagnato la rottura con il gruppo austriaco, i numeri raccontano una realtà diversa. Nel 2024, le vendite hanno toccato quota 4.000 moto, un balzo del 116% rispetto all’anno precedente. Un risultato che ha spazzato via le ombre sul futuro e fissato per il 2025 l’obiettivo di confermare almeno questi livelli. Non solo: la fabbrica di Varese è già al lavoro su nuovi modelli, con una presentazione attesa poco prima dell’EICMA di Milano. Segno che la creatività e la voglia di innovare non sono mai venute meno.
Sul fronte manageriale, la nuova era si apre con cambiamenti mirati: Luca Martin, già operativo come vice e direttore generale, assume il ruolo di amministratore delegato. Accanto a lui, Filippo Bassoli resta alla guida del marchio e del marketing, mentre Timur e Ratmir Sardarov rappresentano la proprietà nel consiglio. Hubert Trunkenpolz, ex KTM, mantiene la presidenza del CdA, a garanzia di continuità e competenza.
Le parole dei protagonisti confermano il clima di fiducia. Timur Sardarov ha espresso soddisfazione per i risultati raggiunti e per la squadra che ha saputo affrontare la tempesta senza perdere la rotta. Il nuovo CEO, Luca Martin, ha sottolineato il valore dell’eredità MV Agusta, ma anche la necessità di guardare avanti con idee chiare e progetti concreti. La trasformazione è già in atto, con una strategia che punta su esecuzione e risultati tangibili.
Il colosso italiano, dato per spacciato, ha invece scelto la via dell’indipendenza e rilancia con numeri e progetti che parlano chiaro. Una rinascita che sa di rivincita e che promette di far discutere ancora a lungo.