Harley Davidson soffre anche in Cina

Harley Davidson ha puntato molto sulla Cina e in generale sui nuovi paesi emergenti, ma per il momento il mercato del gigante asiatico non sembra affatto propizio alla casa di Milwaukee e non solo per il fatto che la cultura e le leggi cinesi sono molto diverse rispetto a quelle degli Stati Uniti d’America, patria delle due ruote più famose del mondo.

In effetti l’insuccesso cinese delle moto custom made in USA dipende innanzitutto dai forti dazi doganali (pari a circa il 30% del loro prezzo) che il governo cinese ha deciso di imporre sulle motociclette importate dall’estero con l’evidente scopo di proteggere al meglio il nascente (ma già florido) comparto nazionale delle due ruote (costituito per la verità da moltissime joint venture tra fabbriche cinesi, più o meno note o affermate, ed i più importanti costruttori del mondo). 
 
In secondo luogo le strade cinesi non esattamente il massimo: molte presentano fondo sconnesso e non sono quindi adatte per le due ruote, in altre invece è severamente vietato superare i limiti prescritti per le emissioni acustiche; la conseguenza di tutto ciò è che in Cina si sono vendute 268 moto in tutto il 2010 contro le oltre 500 vendute nello stesso periodo dal solo concessionario Harley di Milwaukee. 
 
D’altro canto un brand come Honda riesce invece a vendere alla grande in Cina tutti i suoi scooter ed anche le sue moto da 125 cc, segno che quasi sicuramente la casa statunitense dovrà pensare prima o poi ad adattare le proprie due ruote alle esigenze dei mercati emergenti, al momento molto diverse rispetto a quelle dei suoi mercati tradizionali (Europa e USA).

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