Un nome storico, un destino sospeso: tra Arcore e Pontedera, Gilera diventa marchio “fantasma” e la vicenda si complica.
Fondata nel 1909 da Giuseppe Gellera, Gilera nasce a Milano in una piccola officina e si sposta presto ad Arcore, dove costruisce la propria identità industriale e sportiva, affermandosi nelle competizioni e nel mercato delle medie cilindrate. La crescita procede a colpi di tecnica e intuizioni: dal primo 500 a valvole laterali agli aggiornamenti con valvole in testa negli anni Trenta, fino alla leggendaria Saturno.
Nel frattempo, il reparto corse diventa un punto di riferimento, sia per i record velocistici sia per i titoli mondiali nella classe regina. È la stagione che definisce il mito, ma anche l’inizio di un percorso in salita: l’automobile toglie ossigeno al settore moto e, alla fine degli anni Cinquanta, il ritiro dalle gare segna una svolta netta.
Gilera, marchio fermo e storia complessa
Con l’acquisizione da parte del Gruppo Piaggio nel 1969, gli stabilimenti di Arcore restano attivi a lungo, grazie a investimenti che rilanciano i modelli stradali e spingono sul fuoristrada, con exploit sportivi e ciclomotori di grande presa tra i giovanissimi.

La crisi del settore all’inizio dei Novanta pesa su tutti, ma Gilera chiude il 1993 in controtendenza con un incremento su numeri ridotti: non basta a cambiare la rotta industriale. Piaggio decide la cessazione dell’attività ad Arcore: lo stabilimento viene svuotato, le linee smantellate, parte dei reparti trasferiti a Pontedera.
Lì Gilera diventa di fatto un reparto interno: ricerca e sviluppo si innestano nei processi Piaggio, alcuni modelli restano a listino come scorte, la ricambistica si assottiglia e molti pezzi scompaiono dal circuito centrale. La produzione si riallinea agli scooter: il Runner diventa il best seller, affiancato da proposte ibride come la DNA.
Al Salone del 2003 la Ferro porta il cambio automatico in chiave motociclistica, ma resta prototipo. Arrivano RCR e SMT 50, poi il Nexus 500 introduce uno scooter sportivo evoluto; nel 2007 il GP800 alza l’asticella in potenza e velocità, prima di migrare sotto Aprilia con le successive evoluzioni.
Dal 2011 la famiglia Nexus passa ad Aprilia (SR Max), così come il GP800, trasformato in SRV 850; il marchio Gilera rallenta fino a fermarsi: nel 2020 esce di listino l’ultimo Runner, non aggiornato all’Euro 5. Il nome resta registrato dal gruppo, ma in Europa è inattivo.
Ad Arcore gli spazi dell’ex stabilimento sono oggi frazionati e riutilizzati; il vecchio circuito prove è quasi scomparso, sopravvive solo un segmento a nord come eco del tracciato. All’estero, in Argentina, il marchio è concesso in licenza per la vendita di motocicli e ciclomotori d’origine cinese e indiana. Fin qui il quadro: Gilera non è scomparsa, ma è ferma. Un brand custodito, senza modelli nuovi, simbolo di una storia grande in attesa di un capitolo all’altezza.