Genesio Bevilacqua, demiurgo del miracolo Althea Ducati

genesio bevilacqua
 
È straordinario constatare come dalle situazioni di difficoltà le persone imparino a trovare soluzioni che prima neppure si ipotizzavano fattibili, e invece si rivelano addirittura vincenti. È successo, ad esempio, anche a Ducati, padrona del mondiale Superbike 2011 con Carlos Checa quando ormai non ci sperava più nessuno. Eppure l’idea di Genesio Bevilacqua, vero fautore del miracolo Althea Ducati, e della casa di Borgo Panigale è nata proprio nel 2010, quando la “rossa” prendeva schiaffi (generalmente da Aprilia) su tutti i circuiti.

In particolare, mentre Max Biaggi vinceva (e correva verso il suo primo titolo mondiale in Superbike) e Valentino Rossi “costringeva” ad un taglio del budget Ducati, visto che per il suo ingaggio in MotoGP la casa ha dovuto investire un bel po’ di soldini (almeno 10 i milioni all’anno del suo contratto), ecco che si affacciava l’idea di un disimpegno soft dal mondiale delle derivate di serie: noi – dicevano da Ducati – mettiamo a disposizione il materiale, ossia moto, motori, ricambi e assistenza; chi li vuole ce li compra, al modico prezzo di un milione, e in cambio contribuiremo ai premi delle eventuali vittorie.
 
Carlos Checa ha portato a casa 14 round dei 20 sin qui disputati nel mondiale, dunque anche il titolo piloti e quello costruttori: 300mila euro le uscite, mentre il ritorno di immagine per una straripante 1198R ufficiale non è misurabile se non con cifre che abbiano almeno 6 “zeri”. Felice anche Genesio Bevilacqua, imprenditore (nel settore dei sanitari) e appassionatissimo di motociclismo; un’eredità degli anni giovanili…
 
Bevilacqua infatti ha 51 anni e una frequentazione di lungo corso del paddock; possiede numerose Ducati in un garage-museo (tra queste quella di Casey Stoner, mondiale 2007), ma nel 2009 ha deciso di mettersi in proprio. Capito, già dalla prima gara, che Haga e Fabrizio prendevano la paga dal suo Checa, ha creduto nel progetto – e Ducati con lui – e investito altri soldi, che come si vede hanno fruttato. Il sogno, adesso, è quello di lanciare i giovani piloti italiani: Davide Giugliano ha vinto con lui il mondiale SuperStock; nel 2012 passerà in Superbike per affiancare il nuovo numero 1.

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