Ecco perché la tua moto non corre abbastanza | Il motivo è assurdo e la colpa è loro…

Ti sei mai chiesto perchè la tua motocicletta non può superare una certa velocità a meno che tu non sia a bordo di un modello speciale in una pista recintata? Tutto è iniziato alla fine degli anni novanta quando tra le case produttrici è scoppiata una pericolosa guerra che ha quasi spinto i governi mondiali ad intervenire.

Correre troppo può essere molto pericoloso specialmente in città, ma è davvero così sbagliato permettere ad un centauro molto preparato di spingere al limite la sua potente motocicletta in una strada extra urbana quasi deserta con tutte le dovute attenzioni del caso? Dopo tutto, in Germania automobili come la Bugatti Chiron hanno raggiunto anche i 400 chilometri orari senza causare incidenti di nessun tipo. La ragione per cui non si corre in moto è un’altra…

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Centauri non arrabbiatevi! (NextMoto)

Un limite fisso

Vi siete mai fatti una domanda molto banale? Qual è la velocità massima che una motocicletta possa raggiungere senza disintegrarsi a contatto con l’aria? Considerando la MotoGP che è sicuramente la competizione più estrema sotto questo punto di vista, il record ufficiale è di oltre 363 chilometri orari e considerando che si parla di un circuito con delle curve, non è da escludere che la motocicletta che ha toccato questo limite possa spingersi pure fino alla soglia dei 400 chilometri orari, avendo lo spazio per farlo.

Correre in motocicletta è pericoloso, nessuno lo sta negando, ma le supercar raggiungono normalmente velocità molto superiori ai 300 chilometri orari e anzi da quando è arrivato l’elettrico questi limiti sono stati ulteriormente abbattuti, alzando l’asticella. Eppure, se vi fate un giro in un salone di motociclette in vendita, scoprirete che nessuna due ruote in vendita per uso stradale può superare questo limite preciso. Perché mai, viene da chiedersi?

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Per correre insomma o vi iscrivete in MotoGP o ve la costruite in casa (NextMoto)

Una stretta di mano

Sapete cos’è un Gentleman Agreement? Nel vocabolario legale questa frase sta ad indicare un patto non scritto ed ufficioso simile ad una stretta di mano con cui due o più aziende si mettono d’accordo per rispettare delle condizioni. Questo secondo la stampa inglese e molte altre fonti attendibili sarebbe proprio ciò che è successo alla fine degli anni novanta quando marchi come Suzuki, Yamaha, Ducati e BMW che al tempo producevano le motociclette più veloci del mondo decisero di fissare il limite.

Dopo l’uscita della Suzuki Hayabusa capace di superare i 300 chilometri orari infatti, un po’ tutti i marchi si erano preoccupati: le principali nazioni europee avevano fatto intendere senza tanti complimenti che una continua escalation nella velocità massima delle motociclette sportive avrebbe potuto portare ad una tendenza nel gareggiare in strada tra motociclisti spingendoli a prendere provvedimenti come un vero bando delle moto sportive in alcuni paesi. Da qui, i marchi sono corsi ai ripari. Ma non è finita qui.

Ci provano continuamente…

La storia non è finita certo qui con l’accordo che prevede che le motociclette di produzione in serie non possano superare i 300 chilometri orari…perchè il capitalismo si basa sulla competizione non sempre etica! Negli anni, diversi marchi hanno provato ad aggirare il limite in modo sfacciato come Ecosse o più subdolo come ha fatto una nostra vecchia conoscenza…

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Ducati ci ha provato! (NextMoto)

La nostra cara Ducati nel 2013 lanciò la 1199 Panigale R, un bolide da oltre cento cavalli che come spiegava la casa disponeva di un avviso lampeggiante che si sarebbe attivato se il centauro alla guida avesse superato i 300 chilometri orari…ci hai provato Ducati, bel tentativo! Anche altre case come BMW, Kawasaki e Augusta comunque hanno tentato di aggirare il limite anche per pochi chilometri, tutto pur di fregiarsi della nomea di marchio più veloce sul mercato.

Supponendo che la stampa abbia ragione e che questo accordo esista davvero – noi crediamo di si a proposito – la domanda che viene da farsi ora è quanto durerà questo limite, considerando che l’elettrico sta arrivando anche nel mondo delle due ruote. Probabile che in futuro, i marchi si siedano di nuovo ad un tavolo cercando una soluzione per evitare di farsi la guerra.

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