Spesso vengono confuse. La e-bike e la bici a pedalata assistita non sono la stessa cosa. C’è un dettaglio cruciale che le differenzia. Ecco quale.
A meno che non si sia proprio degli esperti viene quasi automatico equiparare le e-bike alle bici a pedalata assistita. Un errore clamoroso da matita rossa che trova ragione nell’esistenza di un dispositivo applicato nel veicolo che limita l’impegno muscolare di chi lo guida. Lo strumento è ovviamente un motore, ma quasi nessuno sa dell’esistenza di un dettaglio non trascurabile che rende i due sistemi categorizzabili in maniera diversa.

Dopo il Covid, quando tutti cercavano l’autonomia negli spostamenti entrambe le tipologie hanno vissuto un boom di vendite. Facili da usare e adatte anche ai meno avvezzi alle due ruote a pedale, avevano convinto tanti italiani a sorbirsi file piuttosto lunghe fuori dai negozi specializzati pur di accaparrarsene una e sfuggire così sia all’auto, sia ai pericoli di contagio sui mezzi pubblici.
La e-bike non è la bici a pedalata assistita, la differenza si trova nel propulsore
Come detto, però, soltanto un numero ridotto di persone è consapevole che tra i due mezzi vi una difformità. Per capirne la natura occorre andarsi a riguardare la normativa. In Italia una e-bike non può essere definita un velocipede, in quanto il motore si sostituisce allo sforzo sui pedali. Proprio per queste sue peculiarità oggi necessita di tre elementi: l’omologazione, l’assicurazione e la presenza di dotazioni conformi.
Inoltre la bicicletta elettrica può muoversi in autonomia oltre i 6 km/h e per un periodo prolungato, ne consegue che non ha nulla a che vedere con il più classico concetto di bici. Per questo passo sostenuto non può accedere nemmeno alla pista ciclabile in quanto assimilata ad un ciclomotore. In sintesi, si parla di e-bike quando il mezzo dispone di un propulsore elettrico. che consente allo stesso di procedere in modo autonomo e di fornire assistenza alla pedalata.

Al contrario, si è davanti ad una bicicletta a pedalata assistita e dunque ad un velocipede, se l’unità motrice si attiva tramite le sforzo di chi la conduce e quindi soltanto tramite l’azione sui pedali. Altri aspetto cruciale è la velocità tenuta. Questo tipo di bici non superano mai i 25 km/h e talvolta presentano sul manubrio dei sistemi di regolazione dell’intervento.