“Ciclisti, per voi è finita” cambiano le “regole” in strada

Un recente avvenimento indica il cambiamento di trend. Ce ne dà conto un esperto del settore

Qualche stra-maledizione gliel’abbiamo lanciata tutti almeno una volta nella vita. I gruppi di ciclisti che, sulle nostre strade, camminano affiancati e non in fila. Non dite che non vi siete sempre chiesti perché lo facciano. Per loro, adesso, arrivano tempi davvero duri. A darcene conto è un esperto del settore.

Per i ciclisti è finita la pacchia (Ansa) 5.1.2023 nextmoto
Per i ciclisti è finita la pacchia (Ansa)

Capita spessissimo, soprattutto nelle strade provinciali, che attraversano le nostre bellissime campagne, che ci si imbatta in veri e propri stormi di ciclisti. Persone appassionate delle scampagnate fuori porta, un po’ per allenarsi e tenersi in forma, un po’ per respirare aria più pulita e godersi in panorama.

E, moltissime volte, ci hanno fatto arrabbiare. Già perché raramente scorrono in fila indiana, sul lato destro della carreggiata. In quel modo occuperebbero molto meno spazio sulla strada, consentendo alle autovetture di sfilarli facilmente. E’ ovvio, infatti, che le auto vadano molto più veloce rispetto a chi si muove in bici. E che quindi, quasi sempre, si abbia fretta di superare i gruppi di ciclisti.

Assai spesso, però, i ciclisti viaggiano affiancati, un po’ per difendersi dal tempo. Nel ciclismo professionistico si chiamano “ventagli”, che consentono di proteggersi qualora i venti spirano trasversalmente. Molto più spesso, però, tale posizionamento è dovuto al fatto che, mentre si corre, si chiacchiera amabilmente. Ma, adesso, per i ciclisti “è finita”. Ce lo dice con un video sui social un esperto del settore. 

Tempi duri per i ciclisti

Roberto Parodi è infatti giornalista, scrittore e conduttore televisivo. Roberto Parodi, infatti, è specializzato in libri di viaggio, essendo anche un appassionato motociclista. Nella sua carriera di motociclista “overland” ha compiuto molti viaggi e raid tipicamente con vecchie motociclette BMW d’epoca o con una vecchia Harley-Davidson Road King 1340cc.

Non viaggi banali, né per quanto concerne le destinazioni, né per quanto riguarda i significati. Nel 2007 raggiunge per la prima volta Dakar da Milano, attraversando Marocco, Sahara Occidentale, Mauritania e Senegal. Da dicembre 2012 al 2017, conduce Born To Ride su Italia 2, Mediaset, un programma di viaggi e passione motociclistica (la prima edizione, nel 2012, era chiamata Rider’s Cafè). Nel 2019 ha condotto Diario della Motocicletta, su Rai 2. Da marzo 2018 a giugno 2020 è stato Direttore responsabile del mensile Riders Magazine.

Ma sono diverse le sue pubblicazioni, sia per quanto concerne importanti quotidiani sportivi, ma anche libri veri e propri. Dai saggi ai romanzi. Oggi lo troviamo anche molto attivo sui social. Per esempio, con questo video su Tik Tok ci annuncia che sono in arrivo tempi duri, durissimi, per i ciclisti. “Il 2023 inizia con un’ottima notizia” esordisce. Parodi racconta di quanto avvenuto a Livorno, dove un ciclista è stato sanzionato per una infrazione. “Con la solita spocchia” dice Parodi. 167 euro di multa e 5 punti decurtati dalla patente. “E’ una notizia clamorosa, stupenda” dice col sorriso il giornalista. “Ciclisti, per voi è finita, basta con questa franchigia”. Il ciclista, poi, ha fatto ricorso non contro la pena pecuniaria, ma contro la decurtazione dei punti, sostenendo che un ciclista può anche non avere la patente.

@il_parodsCiclisti, per voi è finita.♬ suono originale – Roberto Parodi

E, allora, la proposta di Parodi: sequestrare ai ciclisti la bici in caso di infrazione. E sequestrare ai pedoni le scarpe: mettete che abbiano ai piedi un paio di costosissime Church…

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