Gas Gas oggi corre con una spinta nascosta: una regina delle due ruote che ne guida i motori e la strategia. La risposta sorprende, ma fino a un certo punto.
L’anima sportiva di Gas Gas nasce nel trial: è lì che il marchio spagnolo costruisce la sua reputazione, grazie a fuoriclasse come Jordi Tarrés, Marc Colomer e Adam Raga, capaci di trasformare un nome giovane in un riferimento mondiale. Ma quella storia comincia da ancora più lontano. A metà anni Ottanta, quando l’importatore spagnolo della SWM, dopo il tramonto della casa italiana, decide di assemblare in proprio moto da trial utilizzando telai e parti residue dei modelli TL, abbinandoli a propulsori di altri costruttori.
Nel 1985 arriva la prima creatura, la Halley 327 con motore Villa: un debutto artigianale, determinato, che in soli sette anni porta al primo titolo iridato con Tarrés. Da Salt, vicino a Girona, la gamma si allarga: non solo trial, ma anche motocross, enduro, supermotard e infine quad. Un percorso di crescita che prepara il marchio al passo successivo, quando i numeri e l’ambizione impongono un partner industriale all’altezza.
Gas Gas e i motori: il legame con KTM
La svolta arriva in due tempi. Nel 2014 Gas Gas si unisce a OSSA per razionalizzare i costi, mantenendo identità e marchi distinti. È una mossa tattica, utile a traghettare l’azienda verso un’era più solida. Il salto vero però si consuma nel 2019, quando il controllo del marchio passa al gruppo KTM. Da quel momento, la risposta alla domanda “chi fa i motori alle moto Gas Gas?” è univoca: l’architettura tecnica, lo sviluppo e la produzione si appoggiano alla piattaforma austriaca.

Questo legame si riflette anche sulle corse. Nel 2021 Gas Gas entra nel Motomondiale in Moto3 con l’Aspar Team, schierando moto su base tecnica KTM rimarchiate Gas Gas. La coppia García–Guevara firma risultati di peso: podi, vittorie e la conferma tra i costruttori.
Nel 2022 l’esplosione: Izan Guevara si prende il titolo piloti con due gare d’anticipo, Sergio García chiude secondo, arrivano il titolo costruttori e quello squadre. L’anno dopo, con Yamanaka e l’esordiente David Alonso, il progetto resta competitivo: Alonso vince in Gran Bretagna e chiude terzo, migliore rookie, mentre Gas Gas è quarta tra i costruttori.
Nel 2024 cambiano i colori ma non la sostanza: con Tech3 in Moto3, Daniel Holgado e il debuttante australiano Jacob Roulstone raccolgono vittorie e podi. Holgado finisce vicecampione, Roulstone quindicesimo; nei costruttori arriva l’ultima posizione, nonostante una stagione ricca di piazzamenti.
In parallelo, il marchio appare anche in MotoGP come title sponsor del team Tech3: un segnale di visibilità e continuità con l’universo KTM. Dalla Halley 327 con motore Villa al presente condiviso con Mattighofen, Gas Gas ha cambiato pelle senza smarrire il proprio DNA.
I motori oggi parlano austriaco, l’accento resta catalano. Una combinazione che ha portato risultati in pista e solidità industriale su strada, con la spinta di chi, nei motori, gioca da anni in prima fila.