L’elettrico sembra vicino al capolinea nel suo mercato più importante. Perché siamo vicini a un cambiamento epocale.
Negli States, la musica è cambiata per davvero. Nonostante si parli sempre di più di ricerca e sviluppo, batterie innovative, autonomie in crescita e prezzi che poco alla volta scendono, il mercato delle auto elettriche negli USA mostra tutti i segni di un raffreddamento.
Il sogno della mobilità a zero emissioni, che solo pochi anni fa sembrava facile da raggiungere, oggi inciampa tra diffidenze, politiche altalenanti e una rete elettrica che non aiuta. In un contesto dove Cina ed Europa accelerano e segnano nuovi record di vendita, oltreoceano è il disincanto a farla da padrone.
Il mercato numero uno cancella l’elettrico
Il clima è cambiato in fretta: un tempo si ignorava l’elettrico, ora cresce addirittura un sentimento ostile. La tecnologia fa passi da gigante, le case automobilistiche sfornano modelli sempre più brillanti, ma la platea americana rimane fredda, quasi impermeabile.

I dati dicono tutto: mentre la Cina stronca ogni record e l’Europa mostra segnali di crescita costante, gli Stati Uniti arrancano. Nei primi sei mesi del 2025, le elettriche vendute a livello globale hanno superato i 9 milioni di unità, un salto significativo rispetto all’anno precedente. In Asia, complice un approccio diverso alle politiche di sostegno, si assiste a una crescita continua, con 5,5 milioni di veicoli elettrici comprati nella sola Cina. Anche il Vecchio Continente tiene il passo, aumentando ancora la diffusione dell’elettrico.
Dall’altro lato dell’Atlantico, invece, il Nord America si distingue per il suo passo lento: meno di un milione di veicoli elettrici immatricolati, per una crescita appena visibile. In particolare, il Canada toglie il piede dall’acceleratore, mentre Stati Uniti e Messico bilanciano solo parzialmente la flessione. E il futuro non promette nulla di buono. Gli incentivi in fase di esaurimento rischiano di peggiorare il quadro già fragile, spingendo ancora più costruttori a rivedere strategie e investimenti su modelli elettrici e batterie.
Tra le ragioni della diffidenza americana spiccano motivi sfuggenti e spesso irrazionali. Gli scettici liquidano le elettriche come “elettrodomestici sofisticati”, si aggrappano a leggende metropolitane su batterie che esplodono o durano pochissimo, e continuano a considerare la ricarica un ostacolo insormontabile – anche se i costi di acquisto sono calati e quelli dei concorrenti a combustione sono invece cresciuti.
Ma il nodo principale resta culturale. Gli americani mostrano una resistenza ostinata a lasciarsi coinvolgere dalla rivoluzione elettrica, complici una dose abbondante di paure, dubbi e incertezze che faticano a sciogliersi. A differenza di quanto succede in Europa o in Cina, la struttura della rete elettrica statunitense – frammentata, poco stabile e spesso soggetta a picchi e blackout – alimenta la diffidenza e demotiva l’acquisto.
Mentre la mobilità elettrica accelera altrove, gli Stati Uniti si scoprono spettatori, accompagnando l’elettrico verso un’uscita di scena che, almeno per ora, appare inevitabile.