Addio Simoncelli: due moto per l’ultimo viaggio

marco_simoncelli funerale
 
Due moto per un viaggio, che purtroppo è stato l’ultimo. Marco Simoncelli ha salutato così la sua famiglia, i suoi amici più cari, i tifosi e tutti gli appassionati di motociclismo che si sono riuniti, a Coriano come a Misano o davanti alla televisione, per tributare l’ultimo omaggio alla sua giovane vita, finita troppo presto – a 24 anni – su una stupida curva del circuito malese di Sepang.

Due moto, dicevamo. Erano le sue due moto: la Gilera 250 con la quale vinse il mondiale 2008 proprio a Sepang e la Honda MotoGP che gli ha strappato gli affetti, il futuro, tutti i sogni più belli, quando questi sembravano a un passo dal poter essere realizzati.
 
Assieme a queste compagne di viaggio, Marco Simoncelli ha trovato anche un mare – per certi versi inatteso – di amici: si attendevano 60mila persone, ma alla fine la prefettura ha stimato una presenza ridotta alla metà di questo numero, e resta comunque un enorme attestato di affetto. Tanti quelli che sono arrivati in sella alla propria motocicletta, tantissimi i nomi “insospettabili” del motomondiale:
 
c’era Valentino Rossi, suo grande amico, ma il miracolo di Simoncelli è stato quello di riuscire a portare in Romagna anche un acerrimo “nemico” come Jorge Lorenzo (il maiorchino ha chiesto scusa per averlo duramente criticato nel corso della stagione) e il rivale di tante battaglie Andrea Dovizioso, tutti accomunati da una fratellanza che va al di là delle beghe delle corse.
 
Facciamo tutti lo stesso sport, rischiando tutti l’identico destino: perché dobbiamo volerci male? Solo per dare alla stampa due righe in più da scrivere?
 
Resta, e con il passare delle ore fa sempre più male pensarlo, il vuoto lasciato da Marco Simoncelli nel cuore dei suoi cari e di chi gli voleva bene. “Il momento peggiore sarà quando rimarremo soli con il nostro dolore”, ha profetizzato papà Paolo martedì. Può sembrare retorica, ma dopo una dimostrazione di affetto così speriamo e crediamo davvero che tutti questi amici del “Sic” sappiano aiutare la sua famiglia nella gara più importante da qui in avanti: quella di una vita, di tante vite da far ricominciare.

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