Una Yamaha nata per l’avventura, capace di trasformare ogni viaggio in una sfida da raccontare. Dalla giungla urbana ai grandi deserti africani.
L’inizio degli anni Ottanta è un momento di svolta per chi ama le moto. Fino a quel periodo, le enduro erano roba per pochi appassionati, gente che cercava sentieri nascosti e polvere. Poi qualcosa cambia all’improvviso: il pubblico europeo si lascia conquistare dalla voglia di avventura, e le monocilindriche diventano un fenomeno.
Yamaha, che aveva sempre puntato su altri segmenti, fiutò l’occasione per agguantare un mercato emergente con la XT 600 Z Ténéré. Il nome non era scelto a caso: richiamava il Sahara e le imprese della Parigi-Dakar, gare dove la casa giapponese ha lasciato il segno.
Appena arriva, la Ténéré fa subito centro. Il design richiama il deserto, i materiali sono robusti, e la moto trasmette subito affidabilità. Non è solo una questione di look: il serbatoio da 30 litri promette tappe lunghissime, e la posizione di guida invita a partire senza una meta precisa.
Due le colorazioni: da una parte il classico bianco-rosso-nero Yamaha, dall’altra il blu-nero-azzurro che strizza l’occhio al Team Sonauto/Gauloises francese. Il cuore della moto è un monocilindrico quattro tempi da 44 cavalli, raffreddato ad aria e olio, capace di 160 Km orari. Il peso è di 175 chili, tutti ben distribuiti. L’avviamento è a pedale, naturalmente.
Il debutto ufficiale avviene al Salone di Parigi del 1982, uno dei palcoscenici più importanti per chi ama le due ruote. In Italia la Ténéré arriva l’anno dopo, pronta a conquistare anche le nostre strade sterrate. La risposta del pubblico è immediata: la moto piace, convince, si fa notare.
Nel 1986 Yamaha aggiorna la ricetta: arriva l’avviamento elettrico, ma il pedale resta per i nostalgici. Il serbatoio scende a 23 litri, il radiatore dell’olio si sposta vicino alla testata, le grafiche si rinnovano senza stravolgere l’identità. La sostanza, però, resta la stessa: una moto fatta per andare lontano, senza preoccuparsi troppo di dove si mette la ruota.
Il vero boom arriva con la mania delle “Dakar-replica, che esplode a fine anni Ottanta. Yamaha risponde con una terza serie: carene più generose, doppio faro rotondo in stile rally, serbatoio che sale a 26 litri e freno posteriore a disco. Il pedale dell’avviamento, stavolta, sparisce del tutto. È il segnale che i tempi cambiano, ma la voglia di avventura resta.
Quando la produzione si ferma nel 1991, la XT 600 Z Ténéré ha già lasciato il segno: oltre 60.000 esemplari venduti solo in Europa, un traguardo che poche altre enduro possono vantare. Oggi la Ténéré è un’icona: ispira nuovi modelli e alimenta la passione di chi la restaura, testimone di un’epoca in cui la voglia di deserto non era solo un sogno, ma una strada da percorrere.