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Yamaha, l’enduro definitiva che è una leggenda: può affrontare anche il deserto

Una Yamaha nata per l’avventura, capace di trasformare ogni viaggio in una sfida da raccontare. Dalla giungla urbana ai grandi deserti africani.

L’inizio degli anni Ottanta è un momento di svolta per chi ama le moto. Fino a quel periodo, le enduro erano roba per pochi appassionati, gente che cercava sentieri nascosti e polvere. Poi qualcosa cambia all’improvviso: il pubblico europeo si lascia conquistare dalla voglia di avventura, e le monocilindriche diventano un fenomeno.

Yamaha, l’enduro definitiva che è una leggenda – (wikimedia commons) nextmoto.it

Yamaha, che aveva sempre puntato su altri segmenti, fiutò l’occasione per agguantare un mercato emergente con la XT 600 Z Ténéré. Il nome non era scelto a caso: richiamava il Sahara e le imprese della Parigi-Dakar, gare dove la casa giapponese ha lasciato il segno.

Il fascino della Ténéré: la leggenda prende forma

Appena arriva, la Ténéré fa subito centro. Il design richiama il deserto, i materiali sono robusti, e la moto trasmette subito affidabilità. Non è solo una questione di look: il serbatoio da 30 litri promette tappe lunghissime, e la posizione di guida invita a partire senza una meta precisa.

Il fascino della Ténéré: la leggenda prende forma

Due le colorazioni: da una parte il classico bianco-rosso-nero Yamaha, dall’altra il blu-nero-azzurro che strizza l’occhio al Team Sonauto/Gauloises francese. Il cuore della moto è un monocilindrico quattro tempi da 44 cavalli, raffreddato ad aria e olio, capace di 160 Km orari. Il peso è di 175 chili, tutti ben distribuiti. L’avviamento è a pedale, naturalmente.

Il debutto ufficiale avviene al Salone di Parigi del 1982, uno dei palcoscenici più importanti per chi ama le due ruote. In Italia la Ténéré arriva l’anno dopo, pronta a conquistare anche le nostre strade sterrate. La risposta del pubblico è immediata: la moto piace, convince, si fa notare.

Nel 1986 Yamaha aggiorna la ricetta: arriva l’avviamento elettrico, ma il pedale resta per i nostalgici. Il serbatoio scende a 23 litri, il radiatore dell’olio si sposta vicino alla testata, le grafiche si rinnovano senza stravolgere l’identità. La sostanza, però, resta la stessa: una moto fatta per andare lontano, senza preoccuparsi troppo di dove si mette la ruota.

Il vero boom arriva con la mania delle “Dakar-replica, che esplode a fine anni Ottanta. Yamaha risponde con una terza serie: carene più generose, doppio faro rotondo in stile rally, serbatoio che sale a 26 litri e freno posteriore a disco. Il pedale dell’avviamento, stavolta, sparisce del tutto. È il segnale che i tempi cambiano, ma la voglia di avventura resta.

Quando la produzione si ferma nel 1991, la XT 600 Z Ténéré ha già lasciato il segno: oltre 60.000 esemplari venduti solo in Europa, un traguardo che poche altre enduro possono vantare. Oggi la Ténéré è un’icona: ispira nuovi modelli e alimenta la passione di chi la restaura, testimone di un’epoca in cui la voglia di deserto non era solo un sogno, ma una strada da percorrere.