Yamaha cede, gli operai sono in festa

Finalmente la querelle ha avuto un epilogo. I quattro operai della Yamaha che si erano abbarbicati per protesta sul tetto dello stabilimento di Lesmo sono scesi sulla terraferma.
 
“Merito” ovviamente della casa giapponese, che ha deciso di cedere alle richieste dei lavoratori, ponendo ufficialmente la parola fine su una vicenda sconcertante.

I quattro temerari infatti hanno vissuto per sei giorni e sei notti sul tetto della fabbrica in segno di protesta contro la chiusura della filiale monzese. Chiusura che ha comportato il licenziamento di settante persone con successiva negazione a questi ultimi del regime di cassa integrazione.
 
E proprio questa è stata la molla che ha fatto saltare il banco. I dipendenti hanno dichiarato da subito di ritenere inconcepibile l’atteggiamento della ditta, dando vita a serrate proteste.
 
Purtroppo però le lamentale non hanno suscitato alcuna reazione, al punto da costringere i più temerari ad un’azione disperata e mediaticamente forte che alla fine è riuscita a destare i risultati sperati.
 
Stamani infatti è stato ufficializzato il raggiungimento dell’insperato accordo, che verrà peraltro suggellato a Roma in presenza dell’On. Maurizio Sacconi, attuale ministro del lavoro e delle politiche sociali.
 
Da oggi dunque i lavoratori della Yamaha Motor Italia di Lesmo avranno un motivo in più per sorridere. Sebbene il loro futuro sia tutt’altro che roseo, potranno quantomeno affrontarlo col sussidio derivante dalla cassa integrazione

Impostazioni privacy