E’ un bel guaio per i possessori di queste auto. La regola entrata in vigore impone nuovi divieti di parcheggio. I dettagli.
Chi possiede una vettura alimentata a GPL lo sa bene. L’aver risparmiato qualche soldo in fase di acquisto e aver puntato su una soluzione in teoria più ecologica, comporta uno svantaggio non di poco conto, quello relativo al parcheggio. Benché in Italia non esista una regola definita e definitiva sull’argomento, esiste un decreto ministeriale aggiornato nel 2002 che chiarisce alcuni aspetti.

Ad esempio non si può lasciare il propri veicolo nell’area sotterranea di un parcheggio multipiano, oppure si può sostare solamente in autorimesse conformi ad ospitare questo genere di automobili. Va detto che non è l’unica tipologia che potrebbe creare grattacapi ai proprietari. Di recente è entrata in vigore una norma che, da qui in avanti, aumenterà il numero dei divieti.
Scoppia la psicosi per le auto cinesi, i militari non le vogliono parcheggiate nelle loro aree
Per adesso la questione riguarda solo il Regno Unito, ma non è detto che non si allarghi ad altri Paesi europei. Tutto ruota attorno alle auto cinesi e al rischio di spionaggio. Per tale ragione il Ministro della Difesa inglese ha imposto un veto importante: nessun mezzo prodotto nel Paese del Dragone o dotato di componenti da esso provenienti potrà essere parcheggiato entro un’area di 3 km dalle basi militari.
Ma cosa sta preoccupando il Governo del Re Carlo? Semplicemente la possibilità che tramite i sensori o gli strumenti tecnologici installati nell’automobile vengano raccolti dati sensibili in grado di compromettere le operazioni militari. I dipendenti delle basi dovranno quindi evitare di collegare i propri telefoni ai servizi di comunicazione presenti, almeno quando si trovano nel perimetro interessato.

Non bastasse, ai lavoratori è stato anche impedito di parlare di argomenti connessi alle attività della base quando ancora seduti in abitacolo. Anche in questo caso la ragione dell’ansia è che microfoni e sistemi di registrazione possano essere adottati per intercettare le conversazioni e usufruire di quanto scoperto. Un altro motivo di agitazione riguarda il probabile controllo a distanza.
Stando a quanto si apprende, esperti di sicurezza avrebbero individuato moduli di comunicazione tra le automobili asiatiche che potrebbero essere adoperati per raccogliere dati e interferire con il funzionamento delle vetture stesse in caso di conflitto o tensioni geopolitiche.