Questa due ruote giapponese è un vero capolavoro di Suzuki, ma in Italia non se ne trovano. Ecco il motivo.
Quando si parla di motori il giappone è certamente una garanzia, anche nel settore delle due ruote. Il paese del Sol Levante ha dato i natali ad alcune delle aziende più mate dagli appassionati, da Yamaha a Honda, passando per Kawasaki. Tra i marchi giapponesi che si sono imposti anche sul mercato internazionale e che da decenni sono tra i protagonisti dell’industria c’è anche Suzuki.

Suzuki non ha certo bisogno di presentazioni, la casa giapponese si è fatta apprezzare per l’affidabilità dei suoi modelli e una spiccata propensione verso l’off road. Molti modelli della casa giapponese sono diventati dei veri bestseller, anche sul mercato europeo. Nella storia del brand però ci sono anche delle gemme nascoste, moto che per un motivo o per un altro sono meno note di altre ma non per questo meno di qualità.
Il portale InSella ha riportato alla memoria con un approfondimento una vera gemma nascosta del passato di Suzuki, che sebbene sia molto rara può essere una grande occasione per chi riesce a ritrovarla sul mercato dell’usato.
Suzuki GS1200SS, il gioiello dimenticato della casa giapponese
La Suzuki GS1200SS è rimasto un grande rimpianto per molti fan del marchio giapponese, è infatti un vero gioiellino, che non è stato però portato sul mercato europeo. Nonostante la sua diffusione limitata, è comunque molto apprezzata dagli appassionati e oggi è diventato un pezzo da collezione: è una due ruote aggressiva, dallo stile vintage, presentata nel 2001 dalla casa giapponese e diventata ben presto una piccola chicca per gli amanti dell’endurance.

Questo veicolo è alimentato da un motore quattro cilindri in linea raffreddato ad aria e olio da 1.156 cm³ da 100 CV di potenza a 8.000 giri/min e 95 Nm di coppia a 6.500 giri/min. E’ una moto dunque di buone prestazioni e molto divertente da guidare. Per quanto riguarda il resto delle componenti, ha telaio in acciaio doppia culla, forcella telescopica da 43 mm all’anteriore, doppio ammortizzatore nella parte posteriore, e il sistema di freni è a a doppio disco da 310 mm all’anteriore e a disco da 240 mm al posteriore.
Oggi questo veicolo è difficile da trovare proprio per la sua diffusione limitata, se se ne ha la possibilità però è certamente un pezzo di storia dei motori da recuperare per i collezionisti.