Non sono piaciuti ai consumatori i rincari del prezzo della benzina e dei carburanti in genere, a prima vista ingiustificabili dal momento che il prezzo del petrolio è quasi fermo stagnante al valore fatto segnare nel 2007.
Un caro benzina poco tollerabile. Ecco perchè.
Passa il tempo, ma non le proteste.
Ancora una volta il 2009, figlio di una crisi di economia, finanza e capitalizzazione, partorisce una netta rimostranza sul prezzo del petrolio e, soprattutto, su quello dei suoi derivati.
Il prezzo del carburante pare abbia subito dei rincari ingiustificabili e ingiustificati: i consumatori, adesso, sono sul piede di guerra e a poco potrebbero valere le giustificazioni delle associazioni petrolifere che tenteranno di difendere la propria posizione in merito al rialzo del prezzo dei carburanti.
Dallo scorso lunedì, infatti, l’ Adusbef e la Federconsumatori, due delle più importanti associazioni dei consumatori, stanno protestando contro il rincaro del prezzo della benzina e dei carburanti in genere legati al settore automotive e motorcycling.
Gli ultimi aumenti non avrebbero fatto sorridere gli utenti finali, già con il dente avvelenato dopo i sostanziosi rincari fatti registrare nella terza settimana di marzo di quest’ anno quando l’ Istat aveva registrato un sensibile aumento del prezzo dei carburanti per motociclisti e automobilisti a fronte di una altrettanto sensibile diminuzione del prezzo del petrolio.
Un aumento non dovuto a fattori speculativi, secondo quanto sostenuto dall’ UP, l’ Unione Petrolifera, a cui i consumatori hanno dichiarato battaglia.
“A prescindere dalla insopportabile velocità di adeguamento del prezzo della benzina quando il costo del petrolio sale a differenza di quando scende, – hanno dichiarato i due Presidenti di Adusbef e Federconsumatori, Rosaio trafiletti ed Elio Lanutti – a prescindere anche dalla ormai endemica differenza, naturalmente in più, del prezzo dei carburanti dai 3 ai 5 centesimi al litro rispetto ai paesi europei, a prescindere dai conteggi che l’Osservatorio Federconsumatori attua rispetto agli andamenti del prezzo del petrolio, delle percentuali di tassazione e del cambio dollaro/euro che farebbe ritenere attuale una speculazione di circa 12 centesimi al litro sui carburanti. ”
Una spesa non tollerabile soprattutto in una situazione di crisi economica che sta mettendo in ginocchio molte famiglie italiane.
“In queste ultime ore si sta perpetuando una ulteriore speculazione sul prezzo della
benzina” – hanno aggiunto i due Presidenti.
Una speculazione decisamente poco gradita dagli utenti finali che si trovano a dover sborsare un surplus di spesa pari a circa 160 – 180 euro in più all’ anno.
Una cifra veramente troppo esosa considerando il delta del prezzo del petrolio.
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