Un balzo improvviso del prezzo di benzina e diesel rischia di cambiare tutto, e non solo per chi fa il pieno ogni settimana.
L’atmosfera si è fatta rovente. In poche ore, il panorama energetico mondiale ha subito uno scossone che non lascia spazio a dubbi: la tranquillità degli ultimi mesi ai distributori sembra destinata a svanire. La notte del 13 giugno ha segnato una svolta netta, con Israele che ha dato il via a un attacco diretto all’Iran.
Il risultato è un Medio Oriente ancora più instabile, con ripercussioni immediate sui mercati globali. E, come spesso accade, la prima spia del cambiamento si accende proprio sulle quotazioni del greggio. Basta uno sguardo ai dati per capire che il rischio di un effetto domino sui prezzi dei carburanti è tutt’altro che remoto.
Il Brent, il greggio del Mare del Nord in poche ore, ha guadagnato quasi l’8%, mentre il gas naturale ha seguito a ruota con un aumento del 4% ad Amsterdam. Tutto questo mentre, fino a ieri, i prezzi alla pompa sembravano inchiodati, quasi immuni alle turbolenze esterne. Ma ora l’aria è cambiata.
Quando il prezzo del petrolio prende il volo, la reazione sui listini della benzina e del diesel non si fa attendere. Magari non subito, ma il rincaro arriva sempre. E questa volta le premesse ci sono tutte: tensioni alle stelle sui mercati, volatilità alle stelle sulle Borse di mezzo mondo e un clima di incertezza che non promette nulla di buono per chi deve fare il pieno.
Al momento, i numeri ufficiali raccontano ancora una situazione di calma apparente. Alla data del 10 giugno 2025, i prezzi medi rilevati su un campione di 18 mila impianti restano pressoché invariati: la benzina self-service si attesta a 1,696 euro al litro, con le compagnie a 1,699 e le pompe bianche leggermente sotto, a 1,687.
Il diesel segue lo stesso copione: 1,594 euro al litro in modalità self, con una differenza minima tra marchi e distributori indipendenti. Anche per chi sceglie il servito, le cifre non si discostano: 1,838 euro per la benzina, 1,736 per il gasolio. E gli altri carburanti? GPL fermo a 0,713 euro, metano a 1,488 al chilo. Tutto stabile, almeno per ora.
Ma la vera domanda è un’altra: quanto durerà questa tregua? L’esperienza insegna che, quando il petrolio si infiamma, il rincaro alla pompa è solo questione di giorni. E stavolta il rischio è che l’aumento non si limiti a qualche centesimo, ma coinvolga tutta la rete nazionale, senza distinzioni tra nord e sud, grandi città e piccoli centri. La tranquillità è finita, il futuro è una incognita dai prezzi che saliranno notevolmente.