Sembra la classica Harley-Davidson sporca e cattiva e, invece, è una moto elettrica a zero emissioni. Altro che olio e benzina, il suo motore spiazza tutti: nessuno lo direbbe mai a prima vista, i dettagli
Com’era il vecchio adagio? Mai giudicare un libro dalla sua copertina. Un qualcosa da spendere in pieno dinanzi alla nuova moto in arrivo nei concessionari. A vederla sembra la classica Harley-Davidson sporca e cattiva: motore a V, vibrazioni tangibili già a vista d’occhio e il rombo da brividi. E invece, la si accende e nulla: né un rumorino, né un cigolio, se non il ronzio inconfondibile di un motore a zero emissioni.
Via il velo, dunque, dall’inedita Sine Cycles King Current. L’abito della nuova chopper elettrica non fa il monaco (è il caso di dirlo, ndr): le linee estremamente tradizionali e il look da easy rider non vi facciano cadere in errore. L’ultima fatica dell’ingegnere svizzero Bruno Forcella prova a rivoluzionare il mondo delle custom sconfinando in un campo molto delicato, come quello della mobilità elettrica.
Un tabù per i motociclisti nudi e crudi, che nella purezza di benzina e miscela guardano al segmento dei chopper come l’ultimo baluardo della tradizione. Sine Cycles King Current provoca e si presenta sul mercato con una soluzione che suona come uno guanto di sfida lanciato al volto delle rivali più blasonate e convenzionali. Dietro c’è un lavoro al 100% artigianale, a partire dalla ciclistica e terminando al motore.
Stesso motore che rappresenta una vera e propria novità: il propulsore è ricavato dalla Zero FX e sviluppa 44 CV di potenza e una coppia istantanea di 96 Nm. L’autonomia è ristretta a 100 chilometri, ma sono più che sufficienti per godersi una lunga passeggiata in sella alla Sine Cycles King Current.
Il telaio della creatura svizzera riprende in pieno la tradizione delle softail, con tanto di sospensione posteriore cantilever e forcellone ricurvo ad S. Tutto è declinato per posizionare il nuovo chopper elettrico in un segmento dove le moto elettriche sono al pari degli unicorni.
Molto belle e ad effetto le scelte stilistiche dell’ingegnere Bruno Forcella: non solo le carenature realizzate in fibra di vetro, ma anche un box batteria che già vederlo è un piacere degli occhi. Un mix sfacciato ma vincente, che prova a riqualificare le due ruote a zero emissioni anche agli occhi dei puristi più scatenati. Il prezzo? Solo su richiesta di chi interessato…