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MotoGP, troppe Ducati in pista: l’accusa lascia senza parole

Ducati schiera in pista otto moto anche nella stagione MotoGP ’23. Una supremazia numerica che ai rivali comincia a dare fastidio.

Per il secondo anno consecutivo la Casa di Borgo Panigale schiererà otto prototipi sulla griglia di partenza della MotoGP. Una supremazia numerica che inizia a calzare scomoda ai rivali, in particolar modo alla Yamaha che, dopo aver chiuso la collaborazione con il team satellite RNF di Razlan Razali, si ritrova in griglia di partenza con solo due M1 sulla griglia di partenza. KTM, Aprilia e Honda potranno contare su quattro moto ciascuna, ma lo strapotere Ducati è ormai evidente.

Fabio Di Giannantonio con la Ducati del team Gresini – Nextmoto.it

Non solo i vertici del marchio emiliano possono vantare la miglior moto dal punto di vista tecnico, ma anche otto Desmosedici GP, di cui quattro con specifiche ufficiali e quattro GP22 con gli ultimi aggiornamenti visti a Valencia. Ducati rischia così di monopolizzare anche il prossimo Mondiale, potendo contare su più dati a disposizione e poter ridistribuire il lavoro del weekend su ben otto piloti, soprattutto per quanto concerne le strategie gomme e la ricerca del setting in tempi brevi. Ancor più con l’ingresso delle Sprint Race che ha portato alla cancellazione delle FP4, un turno di prove libere fondamentale per focalizzarsi sul set-up da gara.

Aprilia a muso duro contro Ducati

Nel corso della stagione 2021 l’azienda di Borgo Panigale, che già poteva vantare Pramac Racing come team satellite saldamente legato, ha preso due piccioni con un fava, trovando un accordo sia con il team Gresini Racing che con la VR46 di Valentino Rossi. Le condizioni di libero mercato hanno giocato a favore della Ducati che ha allestito otto moto competitive che hanno dato, anche in minima parte, il loro contributo alla conquista della Tripla Corona e alla vittoria di Pecco Bagnaia.

Johann Zarco con la Ducati del team Pramac – Nextmoto.it

Massimo Rivola, ad di Aprilia, dalle colonne del magazine specializzato Speedweek.com ha lanciato però un duro appello a Dorna, FIM e Irta, affinché questo squilibrio venga riequilibrato quanto prima. Probabilmente bisognerà attendere il 2027, quando entrerà in vigore il nuovo regolamento tecnico (che verrà stabilito entro la fine del 2023), oppure bisognerà convincere il Mooney VR46 Racing Team a lasciare Ducati alla fine del 2024 per passare al fianco della Yamaha, come più volte chiesto da Lin Jarvis anche pubblicamente.

Bisognerebbe fissare un numero massimo di squadre per costruttore“, ha detto il manager dell’Aprilia Racing. “La MotoGP non dovrebbe essere una coppa monomarca. Quasi la metà dei posti di partenza è già occupata da una marca“. Il riferimento è alle otto moto Ducati, un duro affondo ai rivali connazionali che a loro volta non hanno violato nessuna regola. Serve però un compromesso per il bene di questo sport: “Non è bello vedere la Yamaha con solo due moto in griglia“, ha concluso Massimo Rivola. “Ecco perché chiedo di mettere regole precise su quante moto sono consentite per ogni produttore“.