Sembra una MotoGP, ma è più piccola. I dettagli, però, sono mozzafiato: pare un giocattolo, invece è perfetta. Ecco tutti i dettagli
Nel mondo delle due ruote, una categoria particolarmente apprezzata è quella delle minimoto sportive e ce ne sono alcune che sono davvero iconiche, soprattutto tra le giapponesi. Ce n’è una in particolare, una piccola meraviglia, che ha conquistato migliaia di appassionati. Qualità sorprendente e una riproduzione in scala di una MotoGP fedelissima.
Pur avendo dimensioni compatte, rappresenta uno dei migliori esempi della filosofia giapponese del “fare bene o non fare affatto”. Non è un giocattolo, anche se può sembrarlo, è una vera MotoGP in miniatura, progettata con lo stesso impegno dei modelli da competizione.

Il fenomeno delle minimoto è iniziato proprio in Giappone già negli anni ’70, con le Yamaha GT50 e GT80, ovvero piccole moto ispirate alla famiglia DT. Ebbero grande successo e questo spinse la casa di Iwata a continuare anche nel segmento sportivo. Nel 1986 Suzuki lanciò la sua prima GAG 50 e Yamaha rispose con presentando la YSR50, una vera e propria MotoGP in scala.
È di lei che parliamo, la YSR50 che esteticamente non ha niente da invidiare alle moto da competizione. Il telaio è in acciaio a sezione quadrata, i cerchi sono da 12 pollici, la carena integrale è ispirata proprio alla Yamaha ufficiale e la posizione di guida raccolta contribuisce a creare uno stile aggressivo. Dal punto di vista tecnico, inoltre, la moto è dotata di forcella telescopica anteriore, monoammortizzatore posteriore, freni a disco davanti e a tamburo dietro.
Insomma, curata nei minimi dettagli. Il motore è un monocilindrico a due tempi da 49,3 cc raffreddato ad aria, con un cambio a 5 marce. Il sistema a valvola lamellare, il carburatore Mikuni VM16SH e la tecnologia Y.E.I.S., riesce a sviluppare 7 CV a 8.800 giri/min, permettendo di raggiungere addirittura i 70 km/h, vista la leggerezza.
Yamaha YSR50: come averla oggi
La livrea è però certamente uno degli aspetti più apprezzati della YSR50. Yamaha l’ha proposta in varie colorazioni, ispirate proprio alle squadre ufficiali: dalla classica Yamaha Works alla blu Gauloises, passando per la celebre Tech21 viola e le versioni replica Marlboro e UCC. Il successo fu enorme, tanto che tra il 1989 e il 1991 venne esportata anche negli Stati Uniti, con nuove ulteriori colorazioni. Per i collezionisti è una moto storica e unica.

Nel 1987 poi ci si è messa anche Honda con la NSR50, più veloce grazie al raffreddamento a liquido, ma meno storica. Yamaha non è rimasta certo a guardare e nel 1989 ha presentato anche la TZM50R: ancora più sofisticata, ma forse fin troppo, per un mercato che preferiva semplicità e divertimento. Da lì è partito il declino delle minimoto sportive, ma senza rovinare la leggenda delle precedenti.
Oggi avere una Yamaha YSR50 è una rarità molto ambita. Soprattutto in Italia, dove ci sono pochissime unità. Qualcuno le vende a 2.000 o 5.000 euro, visto che è un pezzo di storia. Un prezzo anche alla portata. Chi sogna di averla deve tenere d’occhio i siti di usato e sperare di trovarne una in buone condizioni.