Moto Guzzi, un nome che ha fatto la storia delle due ruote, ma dietro c’è un dettaglio sorprendente che pochi conoscono.
Fondata nel 1921 a Genova, Moto Guzzi è diventata un’icona italiana, riconosciuta in tutto il mondo per la sua identità forte e per i suoi motori unici. Ma il vero significato del nome e la storia che lo accompagna sono meno noti, e racchiudono un intreccio di passione, amicizia e memoria che hanno fatto la storia del marchio.
All’inizio degli anni Venti, in un’Italia che cercava di rialzarsi dopo la guerra, tre uomini decisero di puntare tutto sulla loro passione per le motociclette. Emanuele Vittorio Parodi, suo figlio Giorgio e l’amico Carlo Guzzi diedero vita a una piccola società, la “Società Anonima Moto Guzzi”, con sede legale a Genova e produzione a Mandello Tonzanico. L’idea era semplice: costruire moto dal carattere deciso, diverse da tutte le altre.
Il primo progetto prese forma grazie all’officina di Giorgio Ripamonti, dove Carlo Guzzi aveva imparato i segreti della meccanica. Nasce così la G.P. 500, ma il nome “GP” venne presto abbandonato. I soci scelsero di usare il cognome di Carlo, dando così vita al marchio Moto Guzzi.
La scelta del nome non fu l’unico elemento distintivo. Fin dall’inizio, il marchio adottò come simbolo l’aquila, ispirata all’emblema dell’aviazione della Regia Marina durante la Prima Guerra Mondiale. Questa decisione fu un omaggio a Giovanni Ravelli, amico dei fondatori e pilota scomparso tragicamente in un incidente di volo nel 1919.
Ravelli avrebbe dovuto partecipare all’avventura, ma il destino lo portò via troppo presto. L’aquila rimase così, a ricordare per sempre il legame tra i soci e la loro storia comune.
Nel primo anno di attività, Moto Guzzi produsse 17 esemplari della “Normale”, una moto già innovativa per l’epoca: 8 cavalli di potenza, velocità massima di 80 km/h e, per la prima volta, il cavalletto centrale. La “Normale” si mise subito in mostra nelle competizioni, affrontando con successo la lunga e impegnativa Milano-Napoli. Due moto, guidate da Mario Cavedini e Aldo Finzi, completarono senza problemi gli 877 km della gara, dimostrando l’affidabilità dei mezzi dell’Aquila.
La reputazione di Moto Guzzi crebbe rapidamente anche fuori dai confini nazionali, grazie alla partecipazione a gare sempre più impegnative. Il vero salto arrivò nel 1924, quando la 500 C4V conquistò il podio al Campionato Europeo, portando a casa primo, secondo e quinto posto. Da quel momento, il marchio non si fermò più: nuovi modelli, nuove tecnologie e una crescita costante che portarono Moto Guzzi a diventare un simbolo del Made in Italy.
Oggi, dopo oltre un secolo e più di cinquanta modelli prodotti, Moto Guzzi continua a rappresentare una storia di passione, innovazione e memoria. Il nome, nato da un’amicizia e da un sogno condiviso, racchiude tutto il senso di un’avventura che ha segnato la storia delle due ruote.