Prima di lei nessuna moto aveva vinto un campionato del mondo. Ecco la storia della Ducati che tutti hanno dimenticato.
Simbolo tanto quanto la Ferrari di velocità in pista e di quel gusto italiano che sa mescolare bene la performance pura alla bellezza estetica e all’eleganza Ducati difficilmente sbaglia un colpo. I suoi modelli sanno conquistare il cuore di qualunque appassionato e oggi ancora di più essendo sulla cresta dell’onda sotto il profilo sportivo. In lizza per il titolo SBK con Nicolò Bulega e al comando in MotoGP con Marc Marquez, sta certamente vivevo un periodo di grande spolvero.

Alle sue spalle però, c’è una storia altrettanto grande e importante che ci riporta a tanti successi ottenuti sui circuito del mondo. La moto di cui parleremo e di cui pochi si ricordano, infatti, ci fa riavvolgere il nastro al lontano 1978 quando la Casa di Borgo Panigale diede vita alla 500 SL Pantah con bicilindrico a L e distribuzione Desmo monoalbero. L’inizio di un processo che porterà in zona Bologna il primo titolo mondiale.
Quando Ducati realizzò la TT2, la sua prima moto ad affermarsi a livello planetario
Proprio partendo da quella base viene pian piano plasmata la TT2 in modo da poter partecipare al campionato poco noto di Formula 2 TT. A differenziare questa moto dalla progenitrice: la cilindrata, salita a 582,78 cm3, delle camme più spinte, una ciclistica modificata con l’introduzione della forcella Marzocchi in magnesio e gli ammortizzatori a gas e i carburatori maggiorati.
La svolta avviene nel 1981 quando la FIM consente ai costruttori l’inserimento dei propulsori derivati dalla serie e Ducati si affida a Steve Wynne per la preparazione e a Tony Rutter come pilota. La TT2 diventa così realtà. I suoi pistoni sono ad alta compressione e le valvole sono prese dalla Moto Guzzi Le Mans 850, mentre il telaio a traliccio presenta una nuova filosofia. La costruzione è complessivamente semplice, ma coglie subito nel segno, malgrado qualche piccolo intoppo iniziale.

Da quel momento in avanti per il centauro britannico è tutta una discesa fatta di trionfi. Nello stesso anno riesce a brillare anche nel terribile Tourist Trophy, dove si aggiudica record sul giro e coppa più prestigiosa. Mai prima di allora la bella di Borgo Panigale si era imposta a simili livelli. Alla fine si rivelerà un bolide talmente superiore alla concorrenza da dominare in lungo e in largo fino al 1984 compreso. E siccome l’appetito vien mangiando, nascerà presto la TT1 che porterà il marchio a trasformarsi da artigianale a industriale.