Dalla Cina, un motore rivoluzionario, un carburante fuori dagli schemi: il futuro è già qui
L’innovazione, quando arriva, spesso non fa rumore. Eppure, a volte, basta una notizia dall’altra parte del mondo per cambiare le regole del gioco. In questi mesi, mentre l’attenzione di molti resta puntata su auto elettriche e idrogeno, in Cina si lavora a qualcosa che va oltre: un propulsore capace di riscrivere il futuro dei viaggi spaziali.
Non è la solita promessa di efficienza o di autonomia: qui si parla di una tecnologia che potrebbe mettere in discussione tutto ciò che pensavamo di sapere su motori e carburanti. La curiosità cresce, soprattutto perché la notizia arriva da un Paese che, negli ultimi anni, ha dimostrato di saper sorprendere, sia su strada che nello spazio.
La scena si sposta allo Xian Aerospace Propulsion Institute, dove un gruppo di ricercatori ha appena acceso quello che, a detta loro, è il motore del futuro. Si chiama propulsore a plasma magnetico ad alta spinta, e già il nome fa capire che siamo davanti a qualcosa di diverso dal solito.
Niente idrogeno, niente batterie: qui il carburante è il plasma, un gas ionizzato accelerato da campi elettromagnetici. Il risultato? Una spinta capace di portare un razzo verso Marte a velocità impensabili fino a ieri.
Non è solo una questione di potenza. Il vero salto sta nella tecnologia: la Cina ha sfruttato la stampa 3D per realizzare componenti che, fino a poco tempo fa, sarebbero stati impossibili da produrre. Un dettaglio che racconta meglio di mille parole quanto siano rapidi i progressi in questo settore.
Addio elettrico e idrogenno -nextmoto.itIl nuovo motore arriva a 100 kW di potenza, con un flusso di particelle che promette di rivoluzionare il modo in cui pensiamo alla propulsione spaziale.
I responsabili dell’istituto non nascondono l’orgoglio: “Il successo dell’accensione questa volta segna che il livello tecnico del motore a plasma magnetico del nostro istituto è entrato nella prima linea mondiale”.
I vantaggi sono tanti e tutti ben concreti: si parte dai magneti superconduttori, che garantiscono stabilità anche a piena potenza, fino alla riduzione delle perdite di energia e dei costi. Il tutto si traduce in una maggiore efficienza e, soprattutto, in viaggi spaziali più veloci.
Mentre Stati Uniti e Cina continuano a studiare la superficie del pianeta rosso con i loro rover, la sensazione è che la vera partita si giochi qui, sui banchi dei laboratori e nei centri di ricerca. E se fino a ieri sembrava fantascienza, oggi vivere su Marte – o almeno visitarlo – sembra un obiettivo meno lontano.