In
India è appena partita una nuova campagna di
incentivi destinati a chi acquista
veicoli elettrici, sia a quattro che a
due ruote. In particolare il governo indiano applicherà sgravi pecuniari pari al 20% del prezzo di vendita al concessionario, per un controvalore di circa 100.000 rupie (1600 euro) per le auto e 5000 rupie (800 euro) per i
motoveicoli, purchè almeno il 30% dei loro
componenti sia
made in India.
L’intervento si è reso necessario dopo una
crisi piuttosto dura che ha interessato il settore dei veicoli a
trazione elettrica, le cui
vendite erano bruscamente calate nel corso del 2009 senza più riprendersi: un fatto alquanto singolare in un paese il cui tasso di crescita è a due cifre ma che indica come
la crisi del mercato motociclistico non sia un fatto solo italiano o europeo.
Mahindra e
Hero Electric, rispettivamente principali produttori indiani di auto elettriche e
scooter elettrici, hanno accolto con favore i nuovi
aiuti approvati dal ministero delle Energie Rinnovabili e forse questi incentivi potrebbero dare indirettamente una mano anche all’Italia.
Il gruppo Mahindra sembrava infatti interessato al progetto di
Simone Cimino, che aveva proposto di salvare i posti di lavoro dello stabilimento
Fiat di Termini Imerese (che il gruppo torinese vorrebbe abbandonare) passando alla produzione di
vetture elettriche.
In attesa di vedere i risultati di questi aiuti, non resta che constatare come gli indiani abbiano coraggiosamente deciso di puntare sulle
due ruote elettriche e sulle
imprese indiane piuttosto che sulla distribuzione di incentivi a iosa sulle due ruote, come invece si è fatto in Italia peraltro anche a causa dei vincoli europei sulla
concorrenza.