John Elkann nel mirino delle critiche: le sue dichiarazioni sotto attacco, ecco che cosa sta succedendo.
L’industria dei motori europea sta vivendo un momento non semplice dal punto di vista delle vendite. Le grandi aziende europee stanno patendo notevolmente la grande concorrenza delle aziende che arrivano dalla Cina e che stanno invadendo il mercato internazionale con modelli dai costi limitati e dalle tecnologie molto avanzate, e la maggior parte delle aziende del continente lamenta numeri in forte calo rispetto al passato. Tra i marchi che stanno subendo le difficoltà generali dell’automotive del vecchio continente c’è anche Stellantis, che ha chiuso un anno particolarmente difficile dal punto di vista delle vendite.

Il presidente di Stellantis John Elkann, intervenuto al fianco di Luca de Meo, CEO di Renault, sembra avere ben chiaro i motivi di questa crisi. L’erede di casa Agnelli, insieme al dirigente della casa francese, hanno lamentato la forte incertezza e le difficoltà derivanti dalle nuove normative europee in termini di ambiente. L’Unione Europea non ha mai nascosto la volontà di arrivare a fermare totalmente la produzione di auto a diesel e benzina entro il 2035, e negli ultimi anni ha inserito normative sulle emissioni (e sanzioni per le aziende che non rientrano nei parametri prestabiliti) sempre più stringenti. Posizioni che hanno limitato le strategie, e messo in difficoltà i bilanci delle case, visti i grandi costi di produzione dei modelli a zero emissioni e lo stallo della domanda elettrica.
Elkann, arriva la dura critica
Non tutti però sono d’accordo con la posizione di Stellantis e di Renault: sono arrivate pesanti critiche nei confronti di Elkann dopo le sue parole. William Todts – Executive Director di Transport & Environment, parte del fronte green – non le ha mandate a dire e ha criticato la posizione dei due gruppi. “Se pensano che le normative europee siano il loro maggiore problema sono degli illusi” questo il sunto delle sue dichiarazioni, riportate da motorisumotori.

Secondo Todts, più che la normativa green il problema sarebbe il ritardo tecnologico accumulato dalle aziende europee sulle rivali, in particolare quelle cinesi. La soluzione, dunque, non sarebbe frenare sui piani europei legati alla transizione elettrica e sulle regole sul fronte delle emissioni, quanto piuttosto il contrario: spingere ancora di più sugli incentivi elettrici e accelerare la diffusione della guida autonoma e delle nuove tecnologie nel continente. Il dibattito sul futuro dell’automotive europeo, questo è certo, è sempre più acceso.