Un altro grosso marchio dei motori costretto al fallimento. Tutti i mezzi sono stati messi all’asta, ecco cosa sta succedendo.
Non sono certo anni semplici per chi opera nel settore dei motori. Le sfide per le aziende sono mai come ora impegnative: dalla crescente concorrenza che arriva dai nuovi mercati emergenti (su tutti la Cina, ormai assoluta leader nella produzione di automobili e non solo grazie ai bassissimi costi dei suoi modelli), sino alle nuove esigenze di sostenibilità imposte dalle nuove normative in fatto di ambiente. Il percorso verso le zero emissioni si sta rivelando più tortuoso del previsto, e gli alti costi necessari alla produzione di auto del tutto sostenibili, a fronte di una domanda che fatica a decollare, stanno mettendo a dura prova i bilanci delle aziende.
Sono molte le aziende che, in questo contesto, hanno attraversato momenti di grande difficoltà negli ultimi anni. Alcune, purtroppo, hanno dovuto alzare bandiera bianca. Tra le case produttrici che sta attraversando una fase non semplice c’è anche Nikola, azienda che si era fatta largo nell’ambito di una tecnologia che sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni come alternativa all’elettrico: l’idrogeno. Il sogno di Nikola di contribuire ad avere una mobilità più sostenibile sembra essere arrivato ad un vicolo cieco. Colpa dei costi ancora alti di questa tecnologia, che ha molto potenziale ma necessita anche di molti investimenti, e di una domanda che conseguentemente non è ancora arrivata ad alti livelli.
Come si legge sul portale GreenMove, le ambizioni dell’azienda Nikola, specializzata nella realizzazione di camion ad idrogeno, hanno subito una importante battuta d’arresto. Lo scorso Febbraio l’azienda è stata costretta a dichiarare fallimento dopo aver attraversato un momento di grande difficoltà, e adesso alcuni suoi prodotti sono stati messi in vendita.
In seguito all’accordo sancito presso la corte fallimentare del Delaware, oltre 100 camion a idrogeno e componenti utilizzati per la realizzazione dei modelli verranno messi all’asta in un evento organizzato dalla storica casa Gordon Brothers, per un valore complessivo del lotto di ben 114 milioni. La speranza è che i nuovi proprietari possano sfruttare queste risorse per continuare a sviluppare la tecnologia a idrogeno e a limarne i limiti che sino ad ora ne stanno frenando la diffusione per aiutare la transizione verso una mobilità sostenibile.