Red Bull ancora sotto i riflettori e in negativo. Ce l’hanno tutti con lui. L’attacco della F1 è spietato.
E’ l’unico team di F1 ad aver vissuto due epoche vincenti ravvicinate, la prima con Sebastian Vettel dal 2010 al 2013, la seconda con Max Verstappen dal 2021 presumibilmente al 2024. Forse anche per questo, ma non solo la Red Bull fatica a stare simpatica in gruppo. A pesare anche le origini visto che chi possiede la scuderia non è un produttore di auto, bensì di bevande energetiche e di certo, negli anni, la sua dirigenza non ha fatto molto per suscitare vicinanza emotiva.

In particolare uno dei personaggi simbolo del muretto di Milton Keynes è riuscito nel tempo a trasformarsi da stimato manager capace di rendere imbattibile una squadra partita dalle retrovie, ad odiato rivale da isolare nella speranza di una sua cacciata. L’ultimo attacco nei suoi confronti è davvero pesante. Messo alla berlina come nessuno prima di lui, ha ricevuto critiche anche da parte di chi poteva sembrare totalmente disinteressato alla guerra di nervi interna.
Il patron McLaren Brown a gamba tesa su Horner, l’accusa è pesantissima
Tutto ha avuto inizio ad Abu Dhabi nel 2021 quando Lewis Hamilton perse il titolo, l’ottavo in carriera, a causa di quell’ultimo giro pazzo che di fatto segnò la fine della supremazia Mercedes. Quell’episodio fu talmente significativo da compromettere i rapporti tra i team principal delle due squadre, tanto che da quel momento tra il trionfante Christian Horner e il perdente Toto Wolff saranno solo parole al vetriolo.
A creare malessere all’interno del box Red Bull ci penserà successivamente pure una storia di presunti abusi esercitati dal dirigente inglese nei confronti di una sua sottoposta, con annesse foto esplicite inviate alla donna non si sa con quale obiettivo. Venuta a galla la vicenda, un sornione Helmut Marko, talent scout della scuderia, e Jos Verstappen, padre di Max, faranno a gara nel mettere in cattiva luce il dirigente fino alla sua cacciata diventata effettiva alla vigilia del GP dell’Ungheria.

A festeggiare la sua uscita di scena anche Zak Brown. Il proprietario della McLaren si è dichiarato ben lieto di vedere Mekies al suo posto. “In questa maniera torneremo ad occuparci di competizione in pista”, la stoccata pronunciata al The Telegraph. Col dente avvelenato nei confronti del britannico a seguito dei dubbi insinuati circa la regolarità delle “papaya” ha aggiunto: “Con Laurent al muretto sarà più sano, inoltre le conversazioni non saranno più manipolate per fini politici”.