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Esclusiva MotoGP 2025: Intervista a Luca Cadalora, il Coach di Valentino Rossi Racconta la Sua Avventura e Elogia il Coraggio di Lorenzo-Vinales

Una sala piena di caschi e memoria, luci calde su targhe che brillano: a Rimini, tra applausi veri, Luca Cadalora si ferma, guarda il pubblico, e racconta. Il tono è quello di chi ha visto tutto e ha ancora voglia di capire. E di dire grazie al coraggio.

Rimini, una sera di memoria e futuro

Il tre volte campione del mondo, Luca Cadalora, ha parlato con Moto.it durante la premiazione Moto d’oro della FMI. La cornice è il Palacongressi di Rimini, platea piena di addetti ai lavori e tifosi. La fonte è diretta e affidabile: intervista sul posto, evento ufficiale della Federazione Motociclistica Italiana.

Cadalora sintetizza la sua vita da pilota

In poche parole asciutte. Tre titoli iridati, 125 nel 1986 e 250 nel 1991 e 1992. Dati pubblici e verificabili. Lo sguardo però corre a un’altra fase della sua carriera: quando è diventato il coach di Valentino Rossi. Dal 2016 ha affiancato il Dottore nel box Yamaha, con un metodo che mescola osservazione e sensibilità. Poche frasi nel casco, segnali chiari in pista.

Il metodo di Cadalora

Racconta un dettaglio semplice. Una sedia pieghevole davanti al monitor, il taccuino a quadretti, le gomme segnate con un pennarello per “sentire” l’aderenza giro dopo giro. Non servono discorsi lunghi, dice. Servono due indicazioni giuste. E serve fiducia.

Il ruolo del coach

Qui il tono cambia. Cadalora ricorda che il lavoro del coach non è correggere. È far emergere ciò che già c’è. “Al pilota non togli niente. Gli liberi la strada.” La formula funziona quando tecnica e intuito si parlano. Un giro di raffronto a Misano, una linea più rotonda al Carro, un cambio marcia anticipato alla Quercia: esempi concreti che chiunque abbia fatto un track walk riconosce subito. Alcuni dettagli operativi di quell’epoca restano interni al team e non sono pubblici; Cadalora non entra nel merito, e la prudenza è un segno di professionalità.

Il coraggio di cambiare

A metà conversazione arriva il punto. Cadalora elogia il coraggio dei piloti che scelgono strade difficili. Cita due casi emblematici: Jorge Lorenzo che nel 2017 lascia Yamaha per la sfida Ducati, e Maverick Viñales che nel 2021 cambia rotta e approda in Aprilia in piena stagione. Sono passaggi storici noti e documentati, e per Cadalora raccontano una verità: il talento vive se accetta il rischio.

La crescita del pilota

La frase chiave è semplice. Il pilota che cresce sa perdere un riferimento per trovarne uno migliore. Vale in ogni epoca, vale oggi che la MotoGP 2025 promette griglie più strette e dati più densi. Cadalora difende l’idea che la gestione mentale conti quanto la scelta della mescola. E serve la stessa freddezza di quando si stringe il casco prima del via.

Sul futuro, niente proclami

Al momento non ci sono conferme pubbliche su un ruolo tecnico di Cadalora nel 2025. Lui non le offre. L’intervista, come riportato da Moto.it durante l’evento FMI, resta concentrata su metodo e valori. È un limite apparente che diventa un pregio: l’attenzione torna alla sostanza.

Il coraggio di aprire il gas un filo prima

Chi esce dalla sala ha in testa un’immagine concreta. Un uomo che ha vinto molto spiega che il passo più difficile è il passo di lato. Lo fece da pilota, lo fa da coach. E quando parla di Lorenzo e Viñales, in realtà parla di tutti. Anche di noi, quando cambiamo linea all’ultimo metro. La domanda è semplice: abbiamo il coraggio di aprire il gas un filo prima, quando la curva non è ancora finita?