Salvini ha confermato il suo impegno: vuole fermare tutto. Ecco che cosa sta succedendo, gli italiani stanno con il fiato sospeso per capire cosa succederà.
Il governo italiano si è sempre posto in modo piuttosto cauto sulla transizione elettrica, da un lato ha ovviamente sposato la necessità di una industria maggiormente sostenibile, dall’altro lato però ha mostrato diverse perplessità sulle crescenti restrizioni ai motori termici. Il rischio di una transizione troppo drastica, e della completa eliminazione dei motori termici (come vorrebbe l’Unione Europea che continua a spingere per bloccarne la produzione entro il 2035), secondo l’esecutivo, sarebbe quello di conseguenze disastrose per l’industria e per i cittadini, che in molti casi non hanno la possibilità di sostituire il loro vecchio modello.
Il medesimo concetto ha spinto il governo ad intervenire anche in merito ai crescenti limiti imposti alle automobili anche nelle città italiane, dove divieti alla circolazione in determinate aree e orari sono ormai sempre più diffusi per i veicoli più datati e dunque maggiormente inquinanti, al fine di limitare l’inquinamento e incentivare all’acquisto di automobili a zero emissioni sostituendo il vecchio parco auto del nostro paese.
Il ministro Matteo Salvini, nelle ultime settimane, non ha nascosto la sua contrarietà al blocco delle auto diesel Euro 5, pronto a scattare in alcune città italiane. Già nelle scorse settimane il leader della Lega si era messo in moto per bloccare il provvedimento, e adesso sono arrivati aggiornamenti sulla questione.
In Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna dal prossimo 1 Ottobre, sino al 15 Aprile 2026, dovrebbe scattare lo stop alle auto diesel euro 5 nei giorni feriali dalle 8.30 alle 18.30. L’entrata in vigore delle nuove norme però non è più così sicuro. Intervenuto ad un evento de La Verità, infatti, il ministro Salvini ha ribadito la volontà di fare un emendamento al decreto Infrastrutture che blocchi il provvedimento.
Il decreto Infrastrutture 73, approvato lo scorso 19 maggio e pubblicato il 21 maggio in Gazzetta Ufficiale, deve ricevere l’approvazione del Parlamento, che può effettuare delle modifiche. Proprio su questo spinge il viceministro, che vuole inserire nel decreto lo stop alle auto diesel Euro 5 e impedire che scatti il blocco. Il tema delle restrizioni sul fronte delle emissioni a determinate categorie di veicoli è destinato a continuare a fare discutere, riuscire a coinciliare le esigenze ambientali con quelle economiche e pratiche dell’industria e dei cittadini appare non certo semplice.