Momenti di grande apprensione per Pecco Bagnaia che ha rischiato seriamente di mettere a repentaglio la sua incolumità
Anche se le corse motociclistiche non sono più pericolose come un tempo, l’incidente grave è sempre da mettere in conto. Negli ultimi anni le vittime in pista sono nettamente diminuite seppur non del tutto annullate e ciò grazie a tute fornite di airbag, a caschi sempre più rifiniti e attenti ai dettagli e a tracciati stessi provvisti di ampie via di fuga e di protezioni morbide in grado di attutire gli impatti senza provocare danni al pilota che ci finisce contro dopo una caduta.

Ultimamente gli esiti tragici si sono verificati soltanto in un frangente, quello dell’investimento. Ebbene, Pecco Bagnaia, portacolori del team ufficiale Ducati in MotoGP ha mancato di pochissimo una situazione del genere. Senza esagerare potremmo sostenere che si è salvato per miracolo, in quanto un suo avversario lo ha mancato per un soffio e se questi non avesse avuto la prontezza di finire largo, oggi saremmo qui a raccontare una storia molto diversa.
Brivido per Bagnaia a Silverstone, la Yamaha di Rins ha rischiato di colpirlo
Tutto è avvenuto nel corso del GP dell’Inghilterra di domenica scorsa. Alex Rins, tredicesimo alla bandiera a scacchi, si è trovato all’improvviso davanti l’italiano a terra, in mezzo alla traiettoria e, come detto, solamente la sua estrema lucidità ha evitato qualcosa di molto pesante. “Ho quasi investito Pecco. Quando è caduto era molto, molto vicino, ma per fortuna non è successo nulla”, le parole a caldo dell’iberico della Yamaha, spaventato per quanto avvenuto.

Impossibile non pensare a Marco Simoncelli e all’episodio fatale del 23 ottobre 2011 sul circuito di Sepang. L’indimenticato portacolori della Honda era appena scivolato quando, un Valentino Rossi in piena velocità, non poté fare nulla per salvarlo dall’impatto. Le dinamiche sono state molto simili, ma il risultato fortunatamente diverso. “Mi sono accorto che stavo per passargli sul collo perché lo vedevo“, il racconto di quei momenti paurosi.
“Ho quindi raddrizzato immediatamente la mia M1, ho frenato e grazie a Dio sono riuscito a schivarlo. Ho davvero rischiato di finirgli addosso”, ha aggiunto scosso, ma ugualmente sollevato del pericolo scampato. Costretto a perdere tante posizioni per non colpire la Desmosedici del piemontese, l’ex Suzuki ha soltanto cercato di arrivare al traguardo comunque contento per il piccolo miracolo fatto.