Questa azienda sta attraversando un momento di grande difficoltà: si è fermato tutto, ecco che cosa sta succedendo.
L’automotive europeo non sta certo vivendo un periodo semplice. Le aziende del continente devono fare i conti con una transizione elettrica che si sta rivelando meno agevole del previsto. Le aziende del vecchio continente hanno accumulato un importante ritarrdo su questo fronte dalle concorrenti (su tutte la Cina) nel decennio passato. Negli ultimi anni si sta provando ad accelerare, ma ci si deve confrontare con le difficoltà di una domanda che fatica a decollare.
Gli alti costi di produzione dell’elettrico infatti frenano notevolmente i numeri dei veicoli a batteria, e i tanti investimenti delle aziende a fronte dei risultati non sempre pari alle aspettarive hanno messo in difficoltà i bilanci di molte case. Un altro problema è quello legato alle batterie delle automobili elettriche, che rappresentano una grossa spina nel fianco non solo dal punto di vista del cliente (molti non acquistano le auto elettriche per via dei limiti di autonomia della batteria e delle lunghe tempistiche di ricarica), ma anche delle aziende. Le batterie sono infatti tra le componenti più costose dal punto di vista della produzione e impattanti sulla spesa finale. Su questo fronte è arrivata una nuova mazzata per l’automotive europeo.
Northvolt, azienda specializzata nella produzione di batterie destinate a diversi ambiti, tra cui anche le automobili, aveva iniziato la sua avventura a Skellefteå, in Svezia. Dopo tanta ambizione e il grande entusiasmo iniziale, però, si è dovuta scontrare con le tante difficoltà del settore. Oggi la gigafactory vive una situazione di grande difficoltà: dopo la dichiarazione di fallimento, Northvolt rischia di fermarsi definitivamente se non verrà trovato un compratore entro il 30 Giugno 2025, come si legge sul portale HD Motori.
La chiusura dello stabilimento sarebbe un duro colpo non solo per la zona e per i 900 lavoratori dell’azienda, ma per tutto l’automotive europeo, che sull’elettrico continua a patire lo strapotere della Cina e la dipendenza dalle aziende del paese del Dragone. Proprio la fretta di costruire una indipendenza europea è stata tra le cause delle difficoltà di Northvolt, che ha messo tanta carne al fuoco scontrandosi però con la complessità dell’elettrico e della produzione di questo settore. I ritardi e la chiusura di collaborazioni importanti, come quella di BMW, sono stati fatali all’azienda, che ora spera presto di potere invertire la tendenza.