Correva l’anno 1986: da quella data la vita dei motociclisti italiani è cambiata per sempre

Quando un centauro inforca una due ruote, non può davvero farne a meno. Anche perchè la conseguenza potrebbe essere una bella multa. Così i motociclisti a partire da un giorno fatale sono stati obbligati a portarlo sempre con loro per non farsi male. 

Guidare senza averlo in testa, specie in moto capaci di arrivare ad alta velocità, può risultare intanto molto pericoloso ma soprattutto causa di una bella multa salata se vi fermano i Vigili. Ecco come questo oggetto che mettiamo ogni giorno è diventato prima un compagno di viaggio facoltativo e successivamente un vero obbligo.

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Così la testa viene protetta (NextMoto)

Tienilo in testa

Oggi è il principale metodo con cui i centauri possono proteggere se stessi da un incidente o una brusca caduta dalla motocicletta ma un tempo il casco non era mica obbligatorio. Se ci pensate, come l’airbag e le cinture di sicurezza anche il casco che tutti indossiamo quando ci spostiamo su un mezzo a due ruote anche per un breve tragitto è diventato solo recentemente parte integrante della nostra vita. Ma quando con esattezza?

Per capire quando le cose sono cambiate davvero per i motociclisti italiani dobbiamo solo ripercorrere la storia legislativa del nostro paese, scoprendo cose molto interessanti sull’effetto che l’utilizzo obbligatorio del casco ha avuto sulla sicurezza dei centauri che si muovono nel nostro paese. Tutto è cominciato una quarantina di anni fa circa…

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Allacciarlo bene è fondamentale (NextMoto)

Vent’anni fa

La prima vera legge sull’utilizzo del casco è arrivata molto recentemente in Italia ovvero nel 1986 tramite il secondo mandato di Bettino Craxi, data prima della quale era perfettamente normale spostarsi su un mezzo a due ruote con un berretto o addirittura con i capelli al vento. La legge inizialmente però non obbligava proprio tutti ad indossare il casco dato che i proprietari di ciclomotori – non motociclette quindi – potevano fare un po’ come preferivano.

La svolta è arrivata definitivamente nel 2000 grazie al secondo Governo Amato che si affidò alla legge numero 472 per obbligare qualunque utente della strada a bordo di un mezzo a due ruote motorizzato ad indossare un casco. Nel luglio del 2010 poi sono arrivate nuove misure volte a mettere al bando il famoso elmetto a padellino, rendendo quindi illegale l’utilizzo di caschi non a norma. Le multe per il mancato rispetto di una qualsiasi di queste norme variano dagli 83 ai 333 Euro.

Serve a qualcosa?

La domanda che ci poniamo tutti però è se davvero l’utilizzo del casco sia così rilevante per proteggere i centauri da un incidente stradale, dopo tutto coprire la propria testa con una protezione può essere utile se si cade a bassa velocità ma cosa succede quando un motociclista che corre ad oltre cento all’ora in autostrada si schianta contro una macchina o un autoarticolato a tutta forza?

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Avere il casco può comunque salvarvi (NextMoto)

Secondo id dati raccolti da un’indagine dell’Istituto Superiore della Sanità l’utilizzo del casco tutela davvero i motociclisti anche nel caso di gravissimi incidenti che potrebbero costare la vita al motociclista in questione. La ricerca chiamata Progetto Casco che ha coinvolto ben 27 ASL locali in tutta la penisola ha infatti evidenziato una riduzione della percentuale di ricovero in pronto soccorso del 40% sui centauri che indossavano correttamente il casco.

Dati interessanti che tagliano proprio la testa al toro, segnando in modo incontestabile l’utilità di questo strumento di protezione che riduce in pratica della metà le possibilità che possiate farvi male se cadete dalla moto. E voi mettete sempre il casco? Forse dovreste.

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