E’ scoppiata la polemica dopo lo scoop sulla nuova tassa europea: svelata la destinazione dei soldi incassati, ora è davvero il caos.
Nelle scorse settimane si è parlato molto delle nuove tasse comunitarie in arrivo nel 2027 che andranno a riguardare i carburanti per auto e il riscaldamento domestico. Si tratta dell’ETS, acronimo che sta per Emission Trading System, ovvero un nuovo sistema di tassazione delle emissioni di CO2 – già presente in altri settori – che andrà a incrementare anche i prezzi dei carburanti: benzina e diesel potrebbero salire fino a 40 centesimi in più al litro.

L’unica ‘consolazione’ consisteva nel fatto che l’Unione Europea avrebbe utilizzato una parte consistente di queste nuove tasse per realizzare progetti volti a migliorare la vita dei cittadini. In realtà, stando all’indiscrezione lanciata dal Financial Times, sembra invece che questi soldi verranno usati per tutt’altro: uno scoop che ovviamente ha già scatenato un mare di polemiche.
Una percentuale degli oltre 700 miliardi di introiti garantiti a Bruxelles tra il 2027 e il 2035 grazie al nuovo sistema di tassazione aggiuntiva verrà infatti investita per finanziare le strutture dell’UE, ripagare gli interessi sul debito accumulato e coprire anche le spese militari. Secondo il Financial Times si tratta di una cifra non inferiore ai 30 miliardi di euro ogni anno.
Nuova tassa europea: altro che ambiente, tutta la verità
La nuova direttiva europea prevede la realizzazione di un nuovo mercato delle emissioni che va a interessare anche il trasporto su gomma. Per farla breve, la CO2 emessa durante la fabbricazione dei carburanti dovrà avere un costo per le aziende petrolifere: tutto ciò andrà inevitabilmente a comportare un aumento sul prezzo finale di benzina e diesel.

Oltre al danno i cittadini europei devono fare i conti anche con la beffa: l’Unione Europea ha sempre più bisogno di denaro per coprire tutte le spese e sembra davvero intenzionata ad attingere da questo nuovo sistema di tassazione aggiuntiva. Un ribaltone clamoroso, dato che l’ETS era una misura pensata per preservare l’ambiente e invece ora rischia di diventare solo una tassa in più per finanziare operazioni che di ecologico non hanno proprio nulla.
Entro metà luglio l’Unione Europea presenterà la proposta definitiva per la redistribuzione dei fondi nel periodo 2028-2034: sarà quello il momento in cui si capirà meglio quale sarà l’impatto reale dell’Emission Trading System sulla vita dei cittadini.