Dure accuse contro la MotoGP, con Marquez che non ci sta e attacca in modo deciso la Federazione a Silverstone.
La Ducati ha vissuto un weekend davvero molto complicato a Silverstone, perché dopo essere stata la scuderia dominatrice per tanti anni, in terra britannica ha dovuto fare i conti con un ridimensionamento importante. La casa italiana infatti ha trovato il podio solo con Marc Marquez, e solo per il problema tecnico della Yamaha di Quartararo.
Un guasto che ha rovinato la gara di un francese che stava volando in pista e non sembrava davvero poter avere rivali. Il resto della Ducati è stato un fallimento, se non per Franco Morbidelli che ha provato fino all’ultimo a togliere il podio proprio a Marc Marquez, che ha comunque di che festeggiare.
Dopo la sconfitta nella Sprint in favore del fratello, ha avuto di guadagnare cinque punti su Alex, dunque due punti nel computo del weekend, e con un Bagnaia che è caduto ha di fatto tolto l’italiano dalla corsa all’oro. La gara però ha dovuto ripartire dopo la bandiera rossa, in seguito a dell’olio presente sulla pista, con Alex Marquez che è tra i piloti che è caduta e non l’ha presa per niente bene.
I sistemi di sicurezza degli ultimi anni sono sempre più all’avanguardia, per questo motivo è incredibile quello che stava per accadere a Silverstone con Alex Marquez protagonista. Lo spagnolo infatti è caduto poco prima della bandiera rossa e dalle immagini si è visto il campione del mondo Moto3 e Moto2 continuare a scivolare per diversi metri.
Tutto per fortuna è andato bene, ma ci è mancato davvero poco prima che avvenisse lo schianto contro il muro. Lo ha spiegato il pilota della Gresini al termine della gara, togliendosi così non pochi sassolini dalle scarpe. “Voglio essere abbastanza critico per quanto riguarda la sicurezza in gara. Dove sono caduto non c’era ghiaia ed è davvero simile a quello che era successo a Carlo Tatay Portimao, arrivano vicino al muro. Io mi sono fermato 15 metri prima, ma la mia moto no”.
Un’accusa che merita di essere ascoltata, perché non ha senso continuare a limitare le gare per una questione di sicurezza, quando si permette di correre con circuiti con muretti così rischiosi, come anche a Magny Cours nel 2024 con protagonista Razgatlioglu.